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CRONACA NERA

Suicidio a Senigallia, i genitori del 15enne contro i bulli: "Gli abbassavano i pantaloni e lo colpivano"

Suicidio a Senigallia, parlano i genitori del 15enne e rivelano gli episodi di bullismo. Atti confermati anche dai compagni di scuola del ragazzo

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Simone Gervasio

GIORNALISTA

Giornalista professionista, napoletano trapiantato a Milano, si occupa di cronaca, attualità, cultura pop e sport. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo, ha lavorato per diversi siti e redazioni. Oltre al web, ha avuto esperienze anche in tv e in radio

Ci sono novità sul suicidio a Senigallia di un ragazzo che era stato vessato dai bulli. Dell’episodio hanno parlato i genitori del 15enne che hanno confermato come loro figlio patisse continui atti di bullismo e ne avesse parlato anche con loro. Era previsto anche un colloquio con il dirigente scolastico per affrontare la questione.

Chi era il 15enne che si è suicidato a Senigallia

Si chiamava Leonardo Calcina, il 15enne bullizzato a scuola che si è tolto la vita a Senigallia lunedì 14 ottobre.

Da un mese frequentava la seconda classe dell’Istituto alberghiero Panzini, dopo aver lasciato un altro istituto, il Corinaldesi-Padovano. In entrambe le scuole si sono registrati nel recente passato casi di bullismo.


Il 15enne si era trasferito da poco in una nuova scuola

Suicidio del ragazzo: parlano i genitori

Della sua tragica vicenda hanno parlato i suoi genitori, Francesco e Viktoria, affidando le loro parole all’avvocato di famiglia Pia Perricci che è stata intervistata da La Stampa.

Entrambi spingono affinché si parli di quanto successo perché non capiti più, sperando che venga fatta giustizia. “I giovani oggi sono sempre più disumani e noi dobbiamo fare da scudo alle fragilità dei più sensibili. Con tutti quegli insulti lo hanno distrutto”, dicono.

Il giovane viene descritto come un “ragazzo d’oro, molto educato e gentile. Solitario ma disponibile con tutti”. Per la sua morte, la procura di Ancona ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio contro ignoti. Nella denuncia presentata dai genitori vengono fatti nomi e cognomi dei tre presunti bulli. Si tratta di un diciottenne e di due minorenni.

Tutti gli episodi di bullismo di cui era vittima Lorenzo Calcina

I carabinieri stanno portando avanti le indagini e sentendo i compagni di scuola di Leonardo. Alcuni studenti interrogati avrebbero confermato gli episodi di bullismo. Secondo questi racconti, il ragazzo sarebbe stato preso in giro “continuamente in classe e in palestra, gli facevano versi, lo imitavano con una voce effeminata. Lui stava sempre in silenzio, talvolta sputavano quando lo vedevano passare. Negli ultimi giorni non parlava quasi più. Metteva le cuffiette per non sentirli”. Una mamma di uno di loro avrebbe riportato alcuni racconti da parte del figlio sulle vessazioni cui veniva sottoposto il giovane che si è suicidato. “Veniva preso in giro per il suo cognome che finisce con la “a”. I bulli ironizzavano sul fatto che fosse una femminuccia”, dice. Anche la sua fidanzata è stata interrogata, ma ha negato quanto rivelato da altri compagni di classe.

Secondo i genitori di Leonardo, questi veniva di fatti perseguitato a scuola. “In bagno gli abbassavano i pantaloni e lo colpivano ai genitali, lo ricoprivano di insulti e parolacce irripetibili”, rivelano. Il piccolo aveva confidato di essere stato preso di mira a scuola e ribadito la sua intenzione di interrompere il suo percorso scolastico.

I carabinieri avrebbero già ascoltato almeno uno dei tre presunti bulli: si tratterebbe di un ragazzo pluriripetente d’origine straniera. Sono stati sequestrati il cellulare, il computer, la PlayStation e i profili social del ragazzo suicida, verranno analizzati per ottenere nuove prove. Un amico di Calcina avrebbe subito un’aggressione da parte di uno dei bulli che gli avrebbe intimato di non riportare il suo nome tra quanti accusati di bullizzarlo.

La ricostruzione delle sue ultime ore

La sera prima del tragico gesto, Leonardo aveva cenato dai nonni e aveva avuto una discussione proprio a causa della sua volontà di non andare più a scuola. L’indomani ha rubato la pistola del padre dalla cassaforte e l’ha usata per uccidersi.

L’autopsia ha chiarito che la morte è stata causata da un colpo obliquo partito dalla Beretta alla bocca. Il proiettile ha provocato lesioni craniche ed encefaliche. Nel pomeriggio del 16 ottobre sono previsti i funerali a Montignano, una frazione di Senigallia.

Il padre potrebbe rischiare una denuncia per omesso controllo dell’arma, l’avvocato Perricci chiede si indaghi per stalking, oltre che per istigazione al suicidio.

Fonte foto: Facebook Istituto di Istruzione Superiore "A. Panzini" di Senigallia

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