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Strage Paderno Dugnano, dalla conferenza degli inquirenti emergono nuovi dettagli: dalle ferite al movente

Nuovi dettagli sulla strage di Paderno Dugnano: gli inquirenti hanno parlato del 17enne reo confesso del triplice omicidio. Ecco cosa sappiamo sul movente

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Simone Gervasio

GIORNALISTA

Giornalista professionista, napoletano trapiantato a Milano, si occupa di cronaca, attualità, cultura pop e sport. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo, ha lavorato per diversi siti e redazioni. Oltre al web, ha avuto esperienze anche in tv e in radio

Emergono dettagli importanti sulla strage di Paderno Dugnano dove un ragazzo di 17 anni ha confessato di aver ucciso a coltellate suo padre, sua madre e suo fratello dodicenne. Gli inquirenti hanno parlato del movente, della dinamica del triplice omicidio e tracciato un primo ritratto dell’assassino.

Gli inquirenti fanno luce sul triplice omicidio a Paderno Dugnano

Del diciassettenne e della sua famiglia hanno parlato gli inquirenti nel corso della conferenza stampa di lunedì 2 settembre, all’indomani della tragedia avvenuta nel Milanese.

A prendere la parola è stata la procuratrice facente funzione dei minori, Sabrina Ditaranto.


Il luogo del delitto a Paderno Dugnano, provincia di Milano

Strage familiare nel Milanese: la scena del delitto e la famiglia felice

Come riporta la procuratrice, su tutti e tre i cadaveri sono state trovate molte ferite a gola e collo.

La famiglia è stata descritta come “più che normale, una famiglia molto felice”. Nelle ore precedenti alla strage si era festeggiato il compleanno del papà.

“È possibile che i festeggiamenti abbiano acuito un malessere”, ha detto.

Paderno Dugnano, il movente: perché il 17enne ha ucciso

Resta da comprendere ancora il movente, il motivo per il quale il 17enne ha compiuto una tale strage. Su questo aspetto, gli inquirenti hanno fatto intendere di non averne uno “tecnicamente inteso”, dal punto di vista giudiziario, mentre da quello sociologico si continuerà ad indagare.

Lo stesso ragazzo non ha dato alle forze dell’ordine né a sé stesso una spiegazione. Dalla sua confessione è trapelato un profondo malessere e l’intenzione di volerlo fare da qualche giorno. Come spiega Ditaranto, il giovane provava “un senso di estraneità, non solo rispetto alla famiglia ma rispetto al mondo”.

Ne scaturisce un ritratto di un ragazzo lucido che riconosce la gravità di quanto fatto, un ragazzo taciturno che provava una profonda solitudine, cosa sempre più diffusa tra i giovani, come sottolinea la procuratrice. “Si è dimostrato pacato sia quando lo abbiamo trovato fuori di casa, che quando ha chiamato il 118″, dice Sabrina Ditaranto.

Strage a Paderno Dugnano: gli sviluppi futuri

Seppur lucido, il ragazzo è ancora scosso dalle sue azioni. Come riporta Corriere.it, ha pianto a lungo durante l’interrogatorio ed è stato descritto come “fragilissimo” da coloro i quali lo hanno conosciuto nelle ultime ore.

Era assistito nell’interrogatorio di domenica dall’avvocato Giorgio Conti ed e è difeso dalla legale Chiara Roveda. Si trova al carcere minorile Beccaria di Milano e attende l’udienza di convalida tra martedì e mercoledì.

La Procura per i minorenni di Milano inoltrerà all’ufficio gip la richiesta di convalida dell’arresto e di custodia cautelare.

La ricostruzione: ecco cosa è successo nella villetta

Nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre, intorno alle due, il 17enne ha ucciso a coltellate i suoi familiari nella loro villetta in via Anzio, a Paderno Dugnano. Dapprima aveva ammesso di aver ucciso solo il padre, reo di aver ammazzato la madre e il fratello, poi nel pomeriggio, durante il lungo interrogatorio, ha confessato i tre delitti per i quali ora gli verrà contestata anche la premeditazione.

Nella notte è sceso a prendere il coltello in cucina e ha colpito prima il fratello di 12 anni, che dormiva nel letto di fianco al suo. Le urla di questi hanno svegliato la madre che, appena entrata in stanza, è stata colpita. Quindi il padre che cercava di soccorrere il 12enne e veniva anch’egli ucciso.

Da lì a breve, chiamerà il 112 e si farà trovare davanti al suo cancelletto, in piedi, pieno di sangue e con il coltello in mano.

Fonte foto: IPA

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