Strage di Erba, spunta una nuova pista: la testimonianza
Secondo Abdi Kais, tunisino vicino ad Azouz Marzouk, non sarebbero stati Olindo Romano e Rosa Bazzi a compiere la strage di Erba
Potrebbe esserci una nuova pista sulla strage di Erba, per la quale sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi. La nuova ipotesi arriva dalla testimonianza di Abdi Kais, tunisino che frequentava abitualmente la casa di Azouz Marzouk e Raffaella Castagna dove avvenne l’eccidio, l’11 dicembre 2006.
L’uomo, arrestato per droga in passato assieme ai cugini di Marzouk, ha rilasciato un’intervista esclusive agli inviati de “Le Iene” Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, in cui avanza l’ipotesi che la strage sia legata allo spaccio di droga.
In particolare ai contrasti tra il clan dei tunisini vicini a Marzouk e un gruppo di marocchini che spacciava nella stessa zona, tra i comuni di Erba e Merone. Secondo Kais è possibile che siano stati i marocchini, definiti violenti e armati, a compiere la strage, e non i coniugi Romano, condannati all’ergastolo con sentenza definitiva nel 2011.
Secondo il tunisino la rivalità tra i due gruppi sarebbe sfociata in una rissa con accoltellamento da parte dei marocchini ai danni di Abdi Kais, del fratello e due cugini di Azouz Marzouk. I tunisini avrebbero poi risposto bucando le ruote e spaccando il parabrezza dell’auto dei marocchini.
Kais ha raccontato inoltre che i tunisini a volte nascondevano dei quantitativi di cocaina nella cantina della casa di Raffaella e Azouz, spostandoli dai loro nascondigli abituali nel bosco di Merone.
Strage di Erba, la pista della droga
La pista della rivalità per lo spaccio di droga tra il gruppo dei tunisini vicini ad Azouz Marzouk e una banda rivale era stata inizialmente presa in considerazione dagli inquirenti, ma era stata poi immediatamente abbandonata.
In particolare i carabinieri avevano considerato la rivalità tra i tunisini e un gruppo di albanesi di Ponte Lambro, ma finora nessuno aveva raccontato della banda dei marocchini.
Elementi che però non dovrebbero portare a novità, anche perché mercoledì scorso la Cassazione ha respinto la richiesta della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi di poter analizzare reperti trovati sul luogo della strage e che non erano stati presi in considerazione nelle indagini in quanto ritenuti ininfluenti.