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Razzismo, non solo Cristoforo Colombo: tutti i simboli contestati

Nel mirino le statue dell'esploratore, così come quelle di Montanelli, Gandhi e Churchill

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Capisco quello che si può provare verso Colombo e verso alcuni dei suoi atti, ma la statua è diventata un simbolo che rappresenta l’eredità italoamericana in questo Paese. Rappresenta il ringraziamento al contributo dato dagli italoamericani a New York. Per questo io la sostengo”. Con queste parole, riprese dall’Ansa, il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, si è opposto alla rimozione delle statue di Cristoforo Colombo, a partire da quella iconica a Columbus Circle nel cuore di Manhattan.

Ieri una statua dell’esploratore è stata abbattuta a Richmond, in Virginia, mentre un’altra a Boston era stata decapitata.

Sette persone invece sono state arrestate a Miami per averne vandalizzata una terza, oltre a una raffigurante l’esploratore spagnolo Juan Ponce de Leon. L’episodio è avvenuto nel corso di alcuni tafferugli tra la polizia e i manifestanti che protestavano per George Floyd. I due monumenti sono stati imbrattati con le scritte ‘BLM’ (Black Lives Matter), ‘George Floyd‘ e con l’effige della falce e martello.

Ma lo sdegno dei manifestanti, in varie parti del mondo, non è rivolto esclusivamente a Cristoforo Colombo (che praticava lo schiavismo e venne accusato di gravi crudeltà verso gli indigeni).

La HBO ha rimosso dalla sua piattaforma uno dei film più famosi della storia del cinema, ‘Via col Vento’, perché ritenuto razzista.

Razzismo, a Milano contestata la statua di Montanelli

In Italia, a Milano, i Sentinelli hanno chiesto la rimozione della statua di Indro Montanelli, installata negli omonimi giardini. Statua che in passato era stata criticata anche dai movimenti femministi.

Razzismo, da Churchill a Gandhi: le accuse di chi protesta

Nel mirino è finito anche Winston Churchill, ritenuto colpevole di aver mostrato pregiudizi nei confronti di africani e asiatici, difendendo il dominio coloniale con azioni repressive brutali.

C’è anche Cecil Rhodes, il più attivo costruttore del dominio coloniale britannico in Africa meridionale: contestato perché contribuì a gettare le basi dell’apartheid in Sudafrica.

Quindi Francis Drake, che partecipò al commercio degli schiavi e fu tra i promotori del colonialismo britannico.

Si passa poi a Edward Colston, ricco mercante inglese del 1600 che speculò sul commercio degli schiavi.

Si punta il dito anche verso Gandhi, ritenuto colpevole di aver sostenuto, durante il suo soggiorno in Sudafrica, la superiorità degli immigrati indiani nei confronti degli africani: usava abitualmente il termine denigratorio ‘Kaffir’ riferito ai neri, invece di contestare il dominio dei bianchi.

Fonte foto: Ansa
Chiara Ferragni contro il razzismo. Boom di like

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