Stato di emergenza, verso una nuova proroga: le date possibili
Il 31 gennaio va in scadenza lo stato di emergenza per la pandemia: il governo però potrebbe prorogarlo
A fine mese, il 31 gennaio, scadrà lo stato di emergenza deciso dal governo per affrontare la difficile sfida della pandemia. Una data importante, perché segnerà un anno esatto da quanto è stato dichiarato la prima volta, il 31 gennaio 2020. Il governo sembra però orientato ad una nuova proroga, come era avvenuto il 5 ottobre scorso.
Uno status che viene considerato necessario dato l’andamento dell’epidemia, con la seconda ondata che non si è mai esaurita e rischia anzi di vedere una nuova impennata.
Secondo quanto riporta il Messaggero, il governo sta lavorando in questo senso, oltre a mettere a punto il nuovo Dpcm con le misure anti Covid che andrà a sostituire quello in scadenza il prossimo 15 gennaio.
“Presto saremo nel pieno della campagna vaccinale e l’epidemia è ancora in corso. Prorogare lo stato di emergenza mi pare inevitabile e come minimo bisognerà arrivare a primavere inoltrata”, ha detto il coordinatore del Cts Agostino Miozzo.
La proroga appare dunque scontata, resta da stabilire quanto sarà lunga. Le opzioni sul tavolo di Palazzo Chigi sono due.
Proroga dello stato di emergenza, le date possibili
Lo stato di emergenza potrebbe venire prolungato fino al 31 marzo o fino al 31 luglio. La decisione è legata all’andamento dell’epidemia e delle vaccinazioni, ma anche alla tenuta del governo Conte.
La prima ipotesi costituisce di fatto una soglia minima: coincide con la fine della stagione invernale e con la scadenza di diversi provvedimenti legati allo stato di emergenza, come la gestione dello smart working.
La seconda opzione, il 31 luglio, sembra invece quella più probabile e almeno formalmente, anche l’ultima data a disposizione. Stando alle norme del Codice della Protezione Civile, lo stato di emergenza non può durare più di 12 mesi ed è prorogabile solo per ulteriori 12 mesi.
Cos’è lo stato di emergenza e cosa comporta
L’articolo 77 della Costituzione prevede la possibilità, per il governo, di adottare provvedimenti provvisori con decreti legge in “casi straordinari di necessità e urgenza”.
Lo stato di emergenza è previsto dalla legge 225/1992, norma che ha segnato la nascita della Protezione civile: è proclamato “al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo in Italia”. Come disastri ambientali o pandemie.
Lo stato di emergenza viene deciso dal Consiglio dei ministri su proposta del premier, oppure di un ministro con portafoglio o ancora del sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio. La misura, di fatto, conferisce al capo della Protezione civile il potere di ordinanza nelle zone interessate dall’emergenza.
Cosa cambia con la proroga
Cosa cambia per i cittadini con la proroga dello stato di emergenza? Il prolungamento tocca diversi punti, dalle zone rosse allo smart working.
La proroga dello stato di emergenza dà la possibilità di creare nuove zone rosse, chiudendo gli interscambi con l’esterno, e consente alla Protezione civile di reperite posti letto in strutture diverse dagli ospedali, come per esempio caserme o alberghi.
Lo stato di emergenza permette di bloccare tutti i voli da e verso i Paesi ritenuti a rischio, oppure di individuare nazionalità che non sono ammesse in Italia.
Per la durata dello stato di emergenza i dipendenti pubblici e quelli privati possono rimanere in smart working secondo le modalità che vengono concordate con l’azienda.
In stato d’emergenza, le Regioni possono continuare a firmare proprie ordinanze, ma devono consegnare le linee guida al governo nell’ambito della cabina di regia alla quale partecipano tutti i governatori per concordare una linea di azione comune.