Skipper arrestato alla Barcolana di Trieste per traffico di cocaina: in carcere il velista Milos Radonjic
Il velista Milos Radonjic è stato arrestato in seguito a un mandato di cattura internazionale con l'accusa di traffico di droga e riciclaggio
Il velista Milos Radonjic è stato arrestato a Trieste dove si trovava per partecipare alla 55esima edizione della Barcolana, una delle regate più grandi al mondo. Lo skipper dell’imbarcazione Maxi Jena è finito in manette in esecuzione di un mandato di cattura internazionale con l’accusa di traffico di droga e riciclaggio. Come riportato dal ‘Corriere della Sera’, per diverse agenzie federali il 33enne montenegrino sarebbe “The Pirate of the Unknown”, il “Pirata dell’ignoto”, uno dei vertici di un’organizzazione criminale internazionale che avrebbe trasportato migliaia di chili di cocaina dal Sud America all’Europa.
L’arresto
Radonjic è stato identificato e arrestato dagli agenti della polizia marittima di frontiera e della squadra mobile di Trieste all’uscita dell’hotel dove alloggiava, due giorni prima dell’inizio del via alla Barcolana.
Il 33enne ha da subito negato le accuse e di fronte alle autorità ha sostenuto che si trattasse di un caso di omonimia. Il giorno dopo l’arresto la Corte di Appello ha convalidato la misura cautelare e disposto le verifiche del caso: data òa corrispondenza delle impronte digitali con quelle acquisite in sede d’indagine, allo stesso numero di passaporto segnalato dagli Stati Uniti e alla stessa utenza telefonica individuata dagli organi di polizia statunitensi, i controlli avrebbero portato alla conferma dell’identità del narcotrafficante ricercato a livello internazionale.
Un’immagine dall’alto della Barcolana
L’inchiesta
Milos Radonjic è finito in manette in seguito a un mandato di arresto internazionale emesso il 15 settembre dal distretto Est di New York, perché considerato uno dei capi della Tco, un’organizzazione criminale transnazionale finalizzata al traffico di stupefacenti e al riciclaggio.
L’inchiesta statunitense è il risultato di anni di indagini da parte dell’Hsi, l’Homeland Security Investigations, e altre agenzie federali americane, nate da tre tentativi di carico di 2.602 chili di cocaina da imbarcazioni partite da Ecuador e Colombia, su una nave container “coperta”, battente bandiera maltese ma soggetta alle leggi americane. Secondo l’accusa Radonjic “coordinava la pianificazione e il trasporto” dei carichi ed è stato arrestato in forza dell'”elevatissima pericolosità”. Sul 33enne montenegrino pende adesso una richiesta di estradizione avanzata dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti.
Le parole del legale
Il legale del velista, l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali internazionali, ha annunciato l’opposizione alla richiesta di estradizione: “Il Friuli è una terra che soffre terribilmente le conseguenze di una cooperazione giudiziaria, quella tra Usa e Italia, che ha arrecato danni al nostro sistema di giustizia – ha spiegato l’avvocato Tirelli -. Mi riferisco al caso di Chico Forti o a quello di un uomo con doppia cittadinanza recentemente accusato di abusi sulla figlia. In entrambi i casi, gli Stati Uniti hanno palesato la assoluta indisponibilità a consegnare i due cittadini italiani alle nostre autorità. Sul piano dei rapporti bilaterali, ritengo inaccettabile ipotizzare l’estradizione di Radonjic“.