Scuola, Cts contro le lezioni di canto: scoppia la polemica
Il Cts avverte: "Cantare e urlare aumentano lo spargimento di goccioline che se, infette, hanno la capacità di contagiare"
Si accende la polemica, nel giorno della riapertura delle scuole in (quasi) tutta Italia: un componente del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) ha messo in guardia verso il rischio di contagio da coronavirus se si urla e canta in classe. I musicologi, però, non ci stanno e si sono fatti sentire.
Kyriakoula Petropulacos, componente del Cts e direttore della sanità in Emilia- Romagna, ha spiegato: “Ci vorrà attenzione nell’evitare comportamenti finora considerati innocui, tipici degli alunni specie durante la ricreazione, e che oggi potrebbero essere un rischio”.
Ad esempi0, ha dichiarato al Corriere della Sera, “cantare e urlare aumentano lo spargimento di goccioline che se, infette, hanno la capacità di contagiare”.
Poi la frase che ha dato il via alle polemiche: “Il canto alle lezioni di musica? Meglio soprassedere a meno di non essere dovutamente distanziati. È difficile pensare che tutti in una classe si ricordino che è saggio non alzare la voce o restare in silenzio ma se lo facesse la maggioranza sarebbe sufficiente”.
Cts contro le lezioni di musica, le reazioni
Durissima la reazione dei doccenti di musica. Il musicologo Paolo Isotta, sentito dall’Agi, si è detto “orrificato”: “Il canto – ha spiegato – è una delle espressioni più importanti della vita comunitaria e quindi vietarlo è come infliggere un colpo mortale al senso della comunità, alle relazioni tra persone, siano esse ragazzi o adulti”.
Anche Alvaro Lopes Ferreira, docente di musica d’insieme al Conservatorio dell’Aquila, ha detto la sua: “Il rischio di contagio non riguarda tanto i bambini se guardiamo alla virulenza della malattia e specialmente se rispettano i codici di comportamento stabiliti. I rischi, piuttosto, sono per il docente ma non ci vuole molto a ovviare ai pericoli”.