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Scoperti nuovi danni al cervello provocati dal Covid: disturbi di memoria e concentrazione

Uno studio italiano ha evidenziato nuove conseguenze per il cervello nei pazienti colpiti dal Covid

Pubblicato:

Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

Una ricerca italiana ha evidenziato nuove conseguenze, per il cervello, nei pazienti colpiti dal Covid. Gli effetti del long-Covid sono noti da tempo, ma la novità emersa dallo studio pubblicato dall’Università di Milano, in collaborazione con il centro Aldo Ravelli della Statale, Asst San Paolo e Carlo e Irccs Auxologico, riguarda la causa dei disturbi neurologici. Secondo questa ricerca, infatti, tali disturbi sarebbero legati ad alterazioni del metabolismo del cervello e all’accumulo di molecole tossiche per i neuroni.

Le conseguenze per il cervello dopo il Covid

I risultati della ricerca italiana sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Neurology. Lo studio ha coinvolto sette pazienti ricoverati per Covid che, a un anno dalle dimissioni, presentavano disturbi cognitivi. I pazienti sono stati quindi analizzati con una Pet allo scopo di valutare l’attività metabolica di alcune aree specifiche del cervello.

Tale esame ha rilevato, in tre pazienti, un funzionamento ridotto delle aree temporali, dove risiede la memoria, del tronco encefalico (sede dell’attenzione e dell’equilibrio) e delle aree prefrontali, che regolano motivazione e comportamento.

In uno dei pazienti, che presentava un disturbo cognitivo più grave, è stato rilevato un accumulo di amiloide, una proteina che determina l’invecchiamento precoce dei neuroni ed è coinvolta nell’Alzheimer.

Lo studio condotto dai ricercatori italiani sul Covid

“Nel paziente esaminato la Pet ha rilevato un abnorme accumulo di amiloide nel cervello, particolarmente nei lobi frontali e nella corteccia cingolata, legate a funzioni cognitive complesse e alle emozioni”, ha spiegato Luca Tagliabue, direttore della divisione di Medicina Nucleare e Radiodiagnostica dell’Asst Santi Paolo e Carlo.

Quindi, secondo le risultanze dello studio, in poco meno della metà dei pazienti con disturbi di memoria e concentrazione, a un anno dal Covid possono esserci alterazioni funzionali delle aree cerebrali temporali, frontali e del tronco dell’encefalo.

Lo studio condotto dai ricercatori italiani ha aperto nuove prospettive sul long Covid

Nuove prospettive per lo studio del long Covid

Particolarmente interessante, nell’ottica di altri studi futuri sul long Covid, è il rilevamento dell’aumento di amiloide.

“Questo studio offre un ventaglio di ipotesi interpretative del danno post-Covid e pone le basi per una valutazione diversificata del paziente nel lungo termine”, ha sottolineato Vincenzo Silani, già docente di Neurologia della Statale e direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Irccs Auxologico.

Inoltre, altri studi hanno evidenziato problemi al cervello anche nei casi più lievi di Covid, con effetti paragonabili a dieci anni di invecchiamento.

Fonte foto: ANSA

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