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Sciopero delle orecchiette a Bari, pastaie dicono basta a critiche su igiene e freschezza dei prodotti

Le pastaie di Bari vanno in sciopero: banchi delle orecchiette restano vuoti. Le proteste in difesa dalle accuse su igiene e freschezza

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

A Bari vecchia, cuore pulsante della tradizione culinaria pugliese, esplode la protesta delle famose pastaie di strada. Nelle giornate di sabato 16 e domenica 17, le signore delle orecchiette note per la loro abilità artigianale, si sono fermate per dire basta alle accuse che mettono in dubbio la freschezza e l’autenticità dei loro prodotti. La vicenda ha coinvolto anche l’amministrazione comunale, chiamata a trovare una soluzione che rispetti tradizione e regole.

A Bari scioperano le pastaie

Il 16 e il 17 novembre le pastaie di Bari vecchia hanno deciso di incrociare le braccia, interrompendo la produzione di orecchiette fatte a mano, simbolo della tradizione pugliese.

Il motivo? Difendersi dalle critiche che accusano alcune venditrici di spacciare pasta industriale per artigianale e di operare in condizioni igieniche precarie. Leonardo Caputo, portavoce delle pastaie e marito di Nunzia, una delle figure più celebri della “Strada delle orecchiette”, ha dichiarato: “Vogliamo far capire che le nostre orecchiette sono vere e fatte da noi. Non vendiamo prodotti industriali”.

Lo sciopero durerà solo due giorni, ma ha già generato curiosità tra i turisti, che oggi si sono trovati davanti a banchi vuoti.

Le orecchiette non sono fresche?

La polemica ha avuto origine dai social e da alcuni servizi giornalistici che hanno sollevato dubbi sull’autenticità e sulla conservazione delle orecchiette vendute.

Food influencer e reportage hanno puntato il dito contro presunte pratiche poco igieniche e l’abitudine di servire pasti in case private. Caputo ha risposto con fermezza: “Le orecchiette vendute ai turisti sono secche per consentire il trasporto, ma sono sempre artigianali”.

Le pastaie, colpite dalle accuse, chiedono rispetto per il loro lavoro e maggiore tutela da parte delle autorità locali.

Botta e risposta con il Comune di Bari

Il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha invitato le pastaie a intraprendere un percorso di regolarizzazione: “Vogliamo tutelare una tradizione autentica, ma servono regole chiare per garantire sicurezza e appeal turistico”.

Le famiglie che lavorano nell’Arco basso, circa dieci, rappresentano un patrimonio culturale e turistico unico. L’assessore comunale sta studiando una soluzione che unisca tradizione, turismo e rispetto delle norme, ma per ora il dialogo appare teso.

Fonte foto: ANSA

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