San Valentino, l'occasione per ricordare le vittime di femminicidio. In Italia muore una donna ogni tre giorni
La festa di San Valentino può servire a ricordare le vittime di femminicidio. In Italia nel 70% dei casi gli abusi avvengono per mano del partner
Di amore non si muore mai. In un Paese come l’Italia, dove nel 2023 continua a morire di femminicidio quasi una donna ogni 3 giorni, la festa di San Valentino, che ogni 14 febbraio celebra gli innamorati, deve servire a ricordare che la violenza fisica e psicologica contro le donne è un fenomeno strutturale e mai mosso dall’amore. Nel 70% dei casi gli abusi sono perpetrati dal partner o dall’ex partner.
- I femminicidi in Italia nel 2023
- La narrazione dei femminicidi
- La violenza non è solo omicidio
- Le statistiche dei reati per regione
- I femminicidi per regione
I femminicidi in Italia nel 2023
La prima vittima di quest’anno si chiamava Giulia ed è stata uccisa a 23 anni dal proprio fidanzato. Dall’inizio del 2023 e il 12 febbraio, secondo i dati del report degli omicidi volontari del ministero dell’Interno, le donne che hanno perso la vita in ambito familiare e affettivo sono state 12, di cui 8 per mano del partner o dell’ex partner.
Un numero in linea con i casi registrati negli anni precedenti. Nell’arco di tutto il 2022 sono stati 61 i casi di femminicidio in ambito familiare da parte del partner o dell’ex. Poco meno delle 69 vittime del 2021, delle 68 del 2020 e in diminuzione più significativa rispetto alle 75 che hanno perso la vita nel 2018.
La narrazione dei femminicidi
Una narrazione semplicistica e stereotipica dei femminicidi contribuisce a oscurare le cause di un fenomeno sociale complesso e strutturale. Parlare di ‘raptus’ o di ‘eccesso d’amore’ per giustificare l’autore di un femminicidio, invece che di possesso e di mascolinità tossica, rafforza i pregiudizi e costituisce un’ulteriore forma di violenza nei confronti della vittima.
Eppure, anche tra i moventi – ovvero la “causa psichica che costituisce lo stimolo che ha indotto l’individuo a compiere il reato” – segnalati dal report del ministero per i femminicidi del 2021, si parla per il 38% dei casi di ‘motivi passionali’, per il 39% di ‘futili motivi’ e di ‘follia’ per il 15%.
La violenza non è solo omicidio
Tra gli abusi accertati, perché inquadrabili come reati dal nostro sistema penale e perché denunciati dalle vittime, emerge che le donne sono quotidianamente oggetto di atti persecutori – principalmente stalking -, maltrattamenti e violenze sessuali.
Reati che ogni anno vengono registrati in decine di migliaia di casi, in un trend pericolosamente in aumento per ciascuno dei tre.
Per i primi due reati, la quasi la totalità delle vittime note, ovvero il 97%, è maggiorenne e l’88% è di nazionalità italiana. Le percentuali cambiano nei casi di violenza sessuale: 3 vittime su 10 sono minorenni e più di 2 su 10 sono straniere.
Le statistiche dei reati per regione
Gli atti persecutori accertati nel 2021 hanno avuto una maggiore incidenza al sud, in particolare in Sicilia, Campania e Puglia.
Sicilia e Campania sono ai primi posti anche per maltrattamenti in famiglia, seguite dal Lazio. Valle d’Aosta, Molise e Liguria registrano, invece, un’incidenza minore di casi in proporzione alla popolazione.
Numeri opposti per la violenza sessuale, che viene perpetrata con un’incidenza maggiore in Emilia Romagna, Liguria e Friuli Venezia Giulia, mentre Calabria, Basilicata e Abruzzo riportano i dati più bassi.
I femminicidi per regione
Tra gli episodi di femminicidio avvenuti per mano del partner e dell’ex partner nel 2021, a livello regionale:
- Lazio (10);
- Lombardia (10);
- Emilia-Romagna (8);
- Sicilia (6);
- Veneto (6);
- Piemonte (5);
- Puglia (5);
- Toscana (4);
- Liguria (4);
- Campania (3);
- Abruzzo (2);
- Trentino-Alto Adige (2);
- Sardegna (2);
- Calabria (1);
- Marche (1);
- Umbria (1).