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Salvini e Meloni, cosa cambia nel centrodestra dopo le regionali

Umori, equilibri e nuove prospettive nel centrodestra: Fratelli d'Italia in rimonta sulla Lega, lo scenario dopo le elezioni regionali

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il voto delle regionali del 20 e 21 settembre 2020 ha ridisegnato in parte gli equilibri di forza nella coalizione del centrodestra. Certo si tratta di 6 regioni e non di dati nazionali, ma alcuni trend, se raffrontati con i dati e i sondaggi degli ultimi mesi, segnalano delle spie che appaiono chiare. Innanzitutto, emerge in Veneto uno strapotere di Luca Zaia la cui lista personale ha avuto il 45% dei voti, il triplo di quella della Lega di Matteo Salvini. Da settimane rumors di corridoio dipingono ‘il Doge’ come il principale antagonista interno del segretario del Carroccio. “Entrambe le liste sono fatte da militanti e dirigenti leghisti. E spero di perdere con il 60% per tutta a vita”, ha tagliato corto Salvini. Anche Zaia è stato lapidario, come riporta l’Ansa: “Non è proprio nel mio interesse. La votazione riguarda la mia amministrazione, il tema politico si affronta con le elezioni politiche. Abbiamo lavorato bene e questo ce l’hanno riconosciuto i cittadini. Dire che il Covid fa vincere le elezioni sarebbe dire che i veneti sono idioti”.

I due big di partito continuano a smentire le voci di palazzo che li vorrebbero rivali. Una cosa è sicura: l’ottima gestione dell’emergenza sanitaria in Veneto ha fatto si che Zaia trionfasse con percentuali bulgare (record regionale mai verificatosi prima) e che il voto affidatogli dai cittadini sia stato per lo più ‘personale’ e non di partito.

Oltre alle questioni interne del partito leghista, ci sono anche quelle relative alla coalizione di centrodestra, composta da Fratelli d’Italia, Forza Italia e appunto la Lega. Giorgia Meloni, che nelle Marche ha visto trionfare un suo uomo, il neo presidente Francesco Acquaroli, ha voluto rimarcare a voto regionale ormai blindato che “da Nord a Sud Fratelli d’Italia è l’unico partito che cresce in tutte le regioni”.

Implicito che nel messaggio della Meloni si consideri il fatto che la Lega ha perso dei voti in alcune zone. Tuttavia, resta, almeno secondo i sondaggi e in numeri attuali, il partito con più voti su scala nazionale nel centrodestra. Salvini infatti lo rimarca: “Le leadership le decidono i cittadini, la Lega è il primo partito del centrodestra“.

Nel frattempo, il segretario del Carroccio, sulla stessa linea di un altro big del suo partito, Lorenzo Fontana, rimarca che sarebbe il caso di fare un ragionamento su come scegliere forze nuove quando si dovranno cercare gli sfidanti di Appendino, Sala, Raggi e de Magistris. Il riferimento è ai candidati sconfitti Caldoro (Campania) e Fitto (Puglia).

Fontana, intervenuto alla ‘Maratona Mentana’ su La7, ha spiegato di riconoscere il lavoro dei due esponenti di centrodestra. Dall’altra parte ha dichiarato che sarebbe auspicabile riflettere se, dal punto di vista mediatico, tali figure possono dare molto oppure no in futuro.

Proprio in Puglia e in Campania, la coalizione di centrodestra perdente ha visto Fratelli d’Italia prevalere sulla Lega. Discorso differente nelle Marche, ‘scippata’ al centrosinistra. Qui c’è il bicchiere mezzo pieno, visto che la Lega è stato il partito largamente trionfante.

C’è poi la Liguria, dove Giovanni Toti, con la sua lista, ha fatto incetta di voti (22,60%). La Lega si è piazzata dietro di 5 punti in percentuale (17,14), seguita da Fratelli d’Italia (10,87).

In definitiva, da queste ultime regionali emerge una coalizione in cui la Lega continua essere la principale protagonista. Con Fratelli d’Italia, però, che erode voti al Carroccio in alcuni luoghi dello Stivale. Forza Italia di Berlusconi, invece, rimane senza se e senza ma la terza compagine, ormai lontana dai fasti del passato.

Fonte foto: ANSA
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