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Riccardo Branchini scomparso ad Acqualagna da un mese, la madre non si dà pace: riflettori sulla diga

Dopo la scomparsa di Riccardo Branchini non verrà svuotata la diga del Furlo di Acqualagna: il motivo della Prefettura e le reazioni

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Mentre continuano le indagini sulla scomparsa di Riccardo Branchini da Acqualagna (Pesaro), i riflettori sono puntati sulla diga del Furlo. Proprio a ridosso dell’ingresso della centrale idroelettrica, infatti, il 19enne ha parcheggiato la propria auto il 12 ottobre prima di scomparire nel nulla. La famiglia ha chiesto che vengano svuotati gli invasi, ma la risposta della Prefettura è stata negativa.

La diga del Furlo

Il 12 ottobre Riccardo Branchini ha parcheggiato la sua auto all’ingresso della centrale idroelettrica del Furlo. All’interno della vettura ha lasciato i suoi vestiti, gli effetti personali, la sua carta d’identità e il suo bancomat.

Per questo motivo la famiglia, rappresentata dall’avvocato Elena Fabbri, ha formalizzato l’istanza di svuotamento dell’invaso per poter esplorare “le aree inaccessibili del fondo, a causa dell’acqua torbida, dove si creano vortici che possono risucchiare facilmente nelle cavità naturali”.

La Prefettura ha respinto l’istanza di svuotamento degli invasi della diga del Furlo ad Acqualagna (PU). Riccardo Branchini, 19 anni, è scomparso il 12 ottobre dopo aver parcheggiato l’auto di fronte all’ingresso della centrale idroelettrica

Infine, l’istanza alla Prefettura ha dato esito negativo. Il prefetto Emanuela Saveria Greco ha spiegato a Fanpage che “svuotare la diga completamente non è possibile perché continua ad arrivare l’acqua del fiume”. La diga, inoltre, contiene “materiale melmoso” che renderebbe difficoltose le operazioni di ricerca del corpo del ragazzo.

L’invaso è alimentato dalle acque del fiume Candigliano. La dottoressa Greco, in ogni caso, assicura che “le ricerche stanno continuando”.

La replica della famiglia

A lanciare ripetuti appelli è la madre di Roberto Branchini, Federica Pambianchi, che sui social promette: “Io non mi fermo qui, a costo di impiegarci una vita, mio figlio lo cercherò per sempre”.

Quindi rilancia: “Vi chiedo la cortesia di continuare a cercarlo, di guardare bene i visi in giro e, se possibile, di chiedervi uno sforzo in più ovvero se qualcuno lo dovesse vedere di segnalarlo subito e di non aspettare”. A proposito della risposta della Prefettura, l’avvocato della famiglia Branchini, Elena Bianchi, dichiara: “Sarebbe stata una potenziale risposta e persino un epilogo di questa vicenda”.

La scomparsa di Riccardo Branchini ad Acqualagna

Della scomparsa di Riccardo Branchini si hanno pochi dati. La sera del 12 ottobre il 19enne aveva trascorso una serata con amici a Urbino. Al rientro, i ragazzi lo hanno riaccompagnato a casa e si sono trattenuti con lui per parlare ancora un po’.

Quando gli amici si sono congedati, Riccardo ha accolto in casa un amico arrivato per prendersi un borsone. I due si sono trattenuti nella stanza del 19enne, poi l’amico ha fatto rientro a casa e Branchini è rimasto solo. In quel momento il ragazzo è salito a bordo della sua auto e si è allontanato, facendo perdere le sue tracce.

A dare l’allarme è stato il padre, preoccupato per la sua assenza. Secondo gli amici che hanno trascorso l’ultima serata con lui, Riccardo Branchini ultimamente appariva teso e “aveva dei momenti in cui voleva stare solo”, hanno detto a Chi l’ha visto.

Fonte foto: Facebook - Federica Pambianchi

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