Bigamia, 40enne a processo: "Non sapevo di essere già sposato"
Un uomo di 40 anni è finito sotto processo con l'accusa di bigamia. Lui però ha ammesso di non conoscere la donna con cui è risultato già sposato
Un uomo romano di quarant’anni è stato rinviato a giudizio con l’accusa di falso e bigamia dopo che, nel registrare l’unione al Comune, il parroco ha scoperto che risultava già sposato. Come riporta La Repubblica, al sacerdote che ha celebrato il matrimonio, l’indagato avrebbe consegnato documenti contraffatti secondo l’accusa: “Sotto stato civile apparentemente rilasciato dal VI Municipio del Comune di Roma attestava falsamente il suo stato celibe”.
L’indagato ha però affermato di non sapere di essersi sposato, peraltro con una ragazza albanese che ha dichiarato di non conoscere, quando aveva vent’anni. Il processo dovrà quindi chiarire se la prima unione si sia trattata di un raggiro o se effettivamente l’uomo ha qualche responsabilità in merito.
L’avvocato dell’indagato, come riporta La Repubblica, ha criticato le indagini svolte dall’accusa, che non avrebbe interrogato il funzionario del Comune che firmò l’atto di matrimonio e i testimoni, che il quarantenne romano ha ammesso di non conoscere.
La bigamia è un reato che l’articolo 556 del codice penale punisce severamente: con la reclusione da uno a cinque anni, sia per chi contrae due matrimoni sia per chi convola a nozze con una persona a sua volta già sposata.