Quota 103, quanti lavoratori andranno in pensione nel 2023 e con quale importo: scontro tra Meloni e la Lega
La riforma è stata inserita nel testo della manovra: scongiurato il ritorno alla legge Fornero, quanti anni servono per uscire dal lavoro?
Riesumando un celebre detto reso famoso da Alessandro Manzoni, Giorgia Meloni dev’essersi sentita come un “vaso di terracotta” in queste prime settimane trascorse a Palazzo Chigi. Stretta tra due forze che spingono in senso opposto, la presidente del Consiglio si è dovuta destreggiare per non rimanere schiacciata tra le due propulsioni uguali e contrarie.
Da un lato c’è l’esigenza di dover tutelare i conti pubblici, messi a repentaglio dalle tante emergenze che concorrono in campo economico (una su tutte quella energetica, con il prezzo dell’elettricità che ha fatto schizzare il costo medio delle bollette di famiglie e imprese); dall’altro lato, ci sono le molte promesse fatte ai cittadini durante la campagna elettorale, misure che tanto la base, quanto gli alleati di governo, si aspettavano di vedere nella prima legge di Bilancio del nuovo esecutivo.
Riforma delle pensioni, nasce Quota 103: le riforme del governo nella legge di Bilancio
Non potendo accontentare la fame di cambiamento dell’elettorato, la premier ha così optato per tante piccole soluzioni di compromesso. Un modo anche per placare le ambizioni sfrenate di Lega e Forza Italia, che tramite i propri esponenti presenti in Consiglio dei ministri hanno provato ad intestarsi tutti gli interventi inseriti nel testo della Manovra.
In un quadro così delicato, il primo banco di prova per la leader di Fratelli d’Italia non poteva che risolversi con una serie di provvedimenti ponte che consentiranno al nostro Paese di chiudere il 2022 con le finanze in regola, ma che rimandano al nuovo anno le riforme strutturali da lei stessa annunciate durante la corsa al voto. Dalla flat tax per tutti alla completa eliminazione del Reddito di cittadinanza, quelli approvati dal governo paiono come dei flebili assaggi di ciò che ci potrebbe attendere nel 2023.
Riforma delle pensioni, nasce Quota 103: come funziona il sistema previdenziale italiano
Tra le disposizioni che il Parlamento dovrà discutere entro il prossimo 31 dicembre c’è anche quella che riguarda la riforma delle pensioni. Anche in questo caso, il compromesso è stato raggiunto con la scelta di istituire Quota 103, che però non risolve la questione legata al nostro sistema previdenziale: pare piuttosto uno stratagemma per evitare il ritorno completo alla legge Fornero, vituperata in tutte le salse da Matteo Salvini.
Per affrontare il tema, occorre però fare una dovuta premessa: in Italia il meccanismo di uscita dal mondo del lavoro è uno dei più complicati d’Europa. A dimostrarlo sono le ben 9 modalità diverse con cui è possibile andare in pensione nel nostro Paese nel 2022:
- Vecchiaia ordinaria (67 anni di età e 20 anni di contributi);
- Vecchiaia giovani (71 anni di età e 5 anni di contributi);
- Vecchiaia per i lavori gravosi e usuranti (66 anni e 7 mesi di età e 30 anni di contributi);
- Anticipata uomini (a qualsiasi età con 42 anni e 10 mesi di contributi);
- Anticipata donne (a qualsiasi età con 41 anni e 10 mesi di contributi);
- Anticipata giovani (64 anni di età con 20 anni di contributi, riservata ai soggetti privi di anzianità assicurativa fino al 31 dicembre del 1995);
- Anticipata “Quota 102” (a 64 anni di età con 38 anni di contributi, con la richiesta che andava presentata all’INPS entro il 31 dicembre 2021)
- Anticipata precoci (a qualsiasi età con 41 anni di contributi, ma con almeno 12 mesi di contribuzione effettiva maturati entro il 19° anno di età);
- Opzione donna (58 anni di età e 35 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2021).
Riforma delle pensioni, nasce Quota 103: come funziona e cosa cambia per i lavoratori
Delle voci elencate, quella finita nel mirino del centrodestra è la cosiddetta Quota 102, che solo per quest’anno garantiva a tutti gli over-64 che avevano lavorato per almeno 38 anni (la somma fa appunto 102) di andare in pensione con tre anni di anticipo rispetto al traguardo ordinario dei 67 anni previsto dalla legge Fornero. Vista la scadenza imminente, Giorgia Meloni ha deciso di assecondare la richiesta del Carroccio optando quindi per Quota 103.
Per comprendere in che cosa consista, basta modificare gli addendi in gioco: il mix non è più tra 64 e 38, bensì tra 62 anni di età e 41 di contributi. A cambiare è dunque la combinazione, proprio come suggerito dai leghisti, che ritengono doveroso consentire l’uscita dal lavoro dopo oltre un trentennio di servizio. La norma, appunto per il carattere transitorio che contraddistingue tutti gli interventi della legge di Bilancio, sarà valida solo per il 2023.
Riforma delle pensioni, nasce Quota 103: quanto costa e quanti sono i beneficiari
Per riequilibrare la proposta degli alleati, sono stati i responsabili dell’economia di Fratelli d’Italia a voler introdurre il requisito dell’anzianità, che gli esponenti della Lega avrebbero voluto rimanesse libero. In particolare, è stato il viceministro Maurizio Leo – numero due di Giancarlo Giorgetti al dicastero dell’Economia – a spingere per la soglia dei 62 anni di età. In questo modo, la platea di coloro che potranno andare in pensione grazie a Quota 103 si riduce ad appena 48mila individui.
Lo stesso ministro ha caldeggiato fortemente per questa soluzione, che permette al governo di ridurre le spese necessarie ad attivarla. Infatti, nonostante il numero di contribuenti interessati sia davvero molto limitato, il provvedimento graverà sull’erario pubblico per circa 510 milioni di euro nel solo 2023. Una cifra destinata ad aumentare nel caso in cui si decidesse di prolungare Quota 103 anche per l’anno successivo (la stima parla di oltre un miliardo e mezzo nel 2024).
Riforma delle pensioni, nasce Quota 103: quanto vale l’assegno
Durante la conferenza stampa di presentazione della manovra, Giorgia Meloni ha voluto specificare anche il valore dell’assegno che i nuovi pensionati percepiranno. L’importo della pensione che verrà liquidata con Quota 103 non potrà superare la soglia di 5 volte il minimo: calcolatrice alla mano, la cifra massima che potrà raggiungere l’assegno pensionistico sarà dunque tra i 2.670 e i 2.850 euro.
L’incertezza sta nel capire se il Tesoro effettuerà i calcoli considerando l’importo più basso del 2022 o quello del 2023, dato che ogni anno le pensioni si alzano per effetto dell’inflazione. Questo limite accompagnerà gli individui interessati per 5 anni, quindi fino al raggiungimento dei 67 anni di età: poi il trattamento pensionistico sarà pieno.
Anche se le richieste di Lega e Forza Italia miravano ad una riforma complessiva di tutto il sistema, questo primo passo serve anche a scongiurare gli effetti devastanti sui conti pubblici che avrebbe avuto un ritorno totale alla stringente legge Fornero: i dati del ministero del Lavoro parlano infatti di quasi 60 miliardi di euro di coperture pubbliche che il governo avrebbe dovuto trovare entro il 2025. Una cifra impensabile, soprattutto per un vaso di terracotta.