Manovra 2023, dalla social card al congedo parentale più lungo: le nuove misure per aiutare le famiglie
Assegno maggiorato per i figli, Iva ridotta sui beni per l’infanzia, un mese in più per i congedi parentali, carta spesa risparmio: tutti gli aiuti
La manovra di Bilancio 2023, firmata nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre, vale 35 miliardi di euro e prevede interventi che spaziano dal Fisco alle pensioni, dalla sanità all’energia, dal Pnrr all’accisa sulle sigarette. Tra le varie misure contenute nel documento è presente anche un pacchetto di aiuti destinato alle famiglie del valore complessivo di 1,5 miliardi. Ecco tutte le novità.
Cosa prevede la manovra 2023 per le famiglie
Nelle 70 pagine della Legge di Bilancio 2023 viene dato ampio spazio alle famiglie, con una serie di provvedimenti mirati, rivolti soprattutto ai nuclei più fragili e in difficoltà economica (anche se la platea dei beneficiari si allarga rispetto al passato).
Si va dall’introduzione di un bonus sociale per l’energia (sconti per “raffreddare” gli aumenti vertiginosi delle bollette di luce e gas), all’aumento dell’assegno unico per chi ha figli.
Non mancano gli aiuti per fare la spesa (con la social card e con l’abbassamento dell’Iva su alcuni prodotti per donne e infanzia); per la gestione dei figli (congedo parentale più ricco e lungo e contributi per i centri estivi); per l’acquisto della prima casa e maggiori risorse per la scuola e il trasporto dei disabili.
Cos’è e come ottenere il bonus sociale per l’energia
Il bonus sociale per l’energia è destinato a chi ha un Isee (che tiene conto di reddito, case e risparmi) fino a 15mila euro, non è più quindi limitato a 12mila.
Con la manovra 2023, dunque, non solo viene rinnovato, ma anche rafforzato lo sconto in bolletta, con il taglio di una serie di voci che non sono legate direttamente ai consumi. Il bonus raggiungerà almeno 500mila famiglie in più rispetto ai 5 milioni che già percepiscono l’aiuto.
Come cambia l’assegno unico per i figli
Il governo Meloni ha stanziato 610 milioni di euro per finanziare l’assegno unico per le famiglie che, per il 2023, è maggiorato del 50% per il primo anno di vita del bambino o della bambina. E aumenta di un ulteriore 50% per le famiglie composte da 3 o più figli.
La misura si allarga, quindi, già al primo figlio ma solo per il primo anno di vita e porta la maggiorazione forfettaria di 100 euro al raddoppio di 200 per i nuclei dal terzo figlio in su.
Il ministro Giancarlo Giorgetti e la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa.
Su quali prodotti si riduce l’Iva
Il governo presieduto dalla premier Giorgia Meloni ha deciso, inoltre, di ridurre l’Iva dal 10% al 5% su alcuni prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile. Il taglio riguarda, ad esempio, pannolini, biberon e gli assorbenti.
Si tratta di una nuova riduzione in quanto, nel recente passato, il taglio dell’Iva sugli assorbenti era stato applicato dal precedente governo Draghi, che aveva deciso di ridurla dal 22 al 10%.
Come funziona il nuovo congedo parentale
Con la manovra 2023 arriva anche un mese di congedo parentale (facoltativo) in più retribuito all’80%. Le famiglie possono beneficiare di questa possibilità per i primi sei anni di vita dei figli. Si tratta di “una sorta di salvadanaio del tempo, per non ritrovarsi in condizione economiche difficili”, ha spiegato il presidente Meloni.
Sempre per quanto riguarda gli aiuti alle famiglie, e la gestione e l’educazione dei figli, tra le varie misure presenti nel testo della manovra di Bilancio spicca un Fondo da 68 milioni di euro dedicato, a decorrere dall’anno 2023, ai centri estivi a favore dei ragazzi, mentre per le scuole paritarie è confermato il ripristino del contributo (pari a 70 milioni di euro), così come arriveranno ulteriori risorse per il trasporto dei disabili (circa 24 milioni di euro).
Lavoro, chi più beneficiare dei premi di produttività
Capitolo lavoro e stipendi. Nel 2023 le famiglie si troveranno una busta paga un po’ più pesante, grazie alla riduzione del cuneo fiscale e a tasse agevolate sui premi aziendali. Per i dipendenti l’aliquota passa, infatti, al 5% per premi di produttività fino a 3.000 euro.
Inoltre, sono previste agevolazioni alle assunzioni a tempo indeterminato, con una soglia di contributi fino a seimila euro per chi ha già un contratto a tempo determinato e, in particolare, per le donne under 36 e per i percettori del reddito di cittadinanza.
A chi spettano le agevolazioni per l’acquisto della prima casa
Anche per tutto il 2023 sono previste agevolazioni per l’acquisto della prima casa per i giovani under 36: si tratta dell’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale. In caso di acquisto soggetto a Iva, inoltre, è riconosciuto un credito d’imposta pari al tributo corrisposto in relazione all’acquisto.
Prevista, infine, l’esenzione dall’imposta sostitutiva per i finanziamenti erogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili a uso abitativo. Il contribuente deve, però, possedere un Isee non superiore a 40mila euro annui.
Social card per fare la spesa, cos’è e come funziona
Il governo Meloni istituisce, infine, un fondo di 500 milioni di euro destinato alla realizzazione di una “Carta Risparmio Spesa” per redditi bassi fino a 15mila euro. La Social card sarà gestita dai comuni e potrà essere utilizzata per l’acquisto di beni di prima necessità, come pane, pasta e latte. Una specie di “buono spesa” da presentare presso i punti vendita che aderiscono all’iniziativa.
In attesa di ulteriori dettagli, e soprattutto di capire a quanto ammonta la carta speciale, leggendo la bozza della Legge di Bilancio 2023 si nota che la nuova Social card presenterebbe un meccanismo molto simile a quello, attualmente in vigore, della Carta acquisti gestita dall’Inps, ma che ora è destinata solo agli over 65 o agli under 3 con Isee non superiore a 7.120,39 euro, e che ha un importo fisso di 80 euro a cadenza bimestrale.
Spetterà al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, insieme al ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, stabilirne i criteri di erogazione, gli importi e le modalità di spesa.