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Qatargate, Eva Kaili resta in carcere: sospetti sul prof italiano e le lobby del Qatar, cosa è emerso

L'ex numero due del Parlamento Europeo è accusata di aver ricevuto mazzette dal Qatar: potrebbe essere coinvolto un professore italiano

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Mirko Ledda

EDITOR E FACT CHECKER

Scrive sul web da 15 anni, muovendo i primi passi come ghost writer e facendo attività di debunking delle notizie false. Si occupa principalmente di pop economy, con particolare attenzione ai temi legati alla tecnologia e al mondo digitale, all'industria alimentare e alla sanità.

Eva Kaili, la ex vicepresidente del Parlamento Europeo, dovrà rimanere in carcere ancora per un altro mese. L’ex numero due dell’organo legislativo dell’Ue è detenuta dal 9 dicembre nell’ambito dell’inchiesta denominata Qatargate, sulle presunte mazzette agli eurodeputati da parte del Qatar.

La decisione della Procura europea per Eva Kaili: rimarrà in carcere

Uno dei legali che difendono Eva Kaili ha dichiarato alla stampa che la sua assistita non è “mai stata corrotta” e di sperare che venga liberata al più presto.

Il Tribunale di Bruxelles, in serata, ha preso la decisione di farla rimanere in carcere, nonostante la richiesta degli avvocati Andrè Rizopoulos e Mihalis Dimitrakopoulos.

I due avevano domandato alla corte di optare per il regime di sorveglianza elettronica, considerando che Eva Kaili starebbe collaborando attivamente con gli inquirenti, contestando ogni accusa di corruzione.

Nel mentre la Procura europea ha chiesto anche il ritiro dell’immunità parlamentare per l’ex numero due del Parlamento.

I sospetti su Eva Kaili: pressioni da parte delle lobby del Qatar

Eva Kaili è stata direttrice del Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia (Stoa), dal 2017 al 2022. Proprio durante quel periodo la sua carriera avrebbe avuto un’accelerazione improvvisa.

Come capo del panel fondato per la realizzazione di progetti di valutazione tecnologica, Eva Kaili avrebbe creato una rete di contatti con persone appartenenti a gruppi di interesse.

Avrebbe cioè avuto modo di subire pressioni da parte di lobby. Come dimostrato, secondo gli inquirenti europei, dalla nomina del professore molisano Salvino Salvaggio.

La pista sul professore italiano con posizioni di spicco in Qatar

Secondo quanto riporta l’Ansa, l’ingresso nell’advisory board scientifico del docente, direttore esecutivo dell’Università Hamad Bin Khalifa e del Qatar Fund, fu “fortemente voluto da Eva Kaili”.

Il professore italiano aveva anche lavorato a stretto contatto con il comitato di esperti della Ong Elontech, dedicata alla cybersicurezza e alle criptovalute fondata da Mantalena Kaili, sorella dell’eurodeputata.

Si tratterebbe di ulteriori elementi per confermare la pista dei finanziamenti illeciti agli eurodeputati da parte delle autorità del Qatar per lavare via la cattiva reputazione del Paese in vista dei Mondiali.

Come sono disciplinate le attività di lobbying nell’Unione Europea

Le attività di lobbying non sono direttamente disciplinate per l’Europarlamento, come ha spiegato il viceprocuratore dell’Eppo Danilo Ceccarelli a Rai Radio 1.

“Il Parlamento Europeo ha delle regole, ma solo su base volontaria. Rendere obbligatoria una serie di criteri e limiti di questo tipo di attività sarebbe di beneficio per tutti, anche per noi che facciamo le indagini con un quadro giuridico più chiaro“, ha dichiarato.

Fonte foto: ANSA

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