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Eva Kaili: "Qatar all'avanguardia sui diritti dei lavoratori". Cosa diceva la vicepresidente Ue a novembre

Eva Kaili è accusata di aver preso soldi per parlare bene del Qatar. Un video dello scorso novembre la immortala mentre perora la causa qatariota

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La greca Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento europeo, è coinvolta nell’inchiesta per corruzione sulla quale sta indagando la magistratura belga. Nel mirino dei giudici un giro di ricche mazzette che il Qatar avrebbe distribuito a politici e personaggi di alto livello per ripulire la reputazione qatariota, anche in vista dei Mondiali di calcio 2022.

Qatar e diritti dei lavoratori

Secondo i media belgi a casa di Eva Kaili sarebbero stati trovati sacchi pieni di banconote.

In un video dello scorso 21 novembre Eva Kaili parla al Parlamento europeo in favore della causa qatariota definendo il Qatar un paese “paladino dei diritti del lavoro” nel mondo arabo.

“Oggi i Mondiali in Qatar sono la prova di come la diplomazia dello sport possa ottenere una storica trasformazione in un paese, con riforme che ispirano il mondo arabo”, diceva Eva Kaili.

“Io avevo detto che il Qatar è un paladino dei diritti del lavoro, con l’abolizione della Kafala (permesso del datore di lavoro per lasciare il Golfo), l’introduzione del salario minimo, nonostante anche compagnie europee non applichino queste leggi”.

“Si sono impegnati a una visione per scelta e si sono aperti al mondo. Eppure alcuni qui chiedono che siano discriminati, li bullizzano e accusano di corruzione chiunque parli con loro. Però comprano il loro gas e hanno compagnie che in Qatar fanno miliardi”.

“Non abbiamo il diritto morale di fare lezioni per andare a caccia dell’attenzione di media di basso livello e non imponiamo i nostri modelli, li rispettiamo”, concludeva Eva Kaili.

6.500 operai morti in Qatar

Eva Kaili difendeva il ‘modello Qatar’ in merito ai diritti dei lavoratori proprio negli stessi giorni in cui emergeva come 6.500 operai sarebbero morti negli ultimi anni per costruire gli stadi e le strutture collaterali per i Mondiali di calcio.

Nel 2017 accuse di terrorismo al Qatar

Esiste una possibilità che il Qatar abbia provato a ripulire la propria reputazione, offuscata dopo che nel 2017 sei paesi islamici hanno deciso di troncare ogni relazione con un’accusa infamante: “Il Qatar finanzia il terrorismo”.

I paesi in questione erano Arabia Saudita, Egitto, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Yemen e Libia.

L’accusa, nello specifico, era quella di sostenere Isis e Fratelli Musulmani e di fare propaganda per Al-Qaida.

 

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Kaili Fonte foto: Instagram
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