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Prezzi benzina e diesel in rialzo: cosa può succedere il 5 febbraio a causa dell'embargo per i prodotti russi

Con l'embargo del petrolio russo si temono ulteriori rincari al prezzo di benzina e diesel. Il governo impiega l'accisa mobile contro il caro benzina

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Domenica 5 febbraio rappresenta una data nevralgica per gli automobilisti, e non solo per loro: da quel giorno in poi scatta infatti l’embargo europeo contro gli idrocarburi raffinati provenienti dalla Russia. Questo potrebbe tradursi in prezzi in rialzo per benzina e diesel alla pompa, ma anche in un aumento generalizzato di tutti i generi di consumo.

Embargo sul petrolio russo dal 5 febbraio

A venire a mancare oltre un milione di barili al giorno, di fatto un quarto dei consumi di tutta l’eurozona.

In protesta contro l’aggressione in Ucraina gli Stati europei avevano già pressoché dimezzato l’importazione di petrolio dalla Russia e si erano già premuniti facendo scorte e aumentando l’import da Stati Uniti e dai paesi africani e dall’Asia occidentale.

Rimane adesso da capire come il mercato reagirà alla chiusura definitiva dei rubinetti russi, anche in considerazione del fatto che attingere a fonti più lontane crea un inevitabile aumento dei prezzi di trasporto.

Il governo Meloni e le accise sui carburanti

Si aggiunga poi che il governo Meloni ha deciso di non rinnovare il taglio delle accise, misura voluta dall’esecutivo Draghi e scaduta lo scorso 31 dicembre.

La scelta, puntualizza la premier Meloni, è stata dettata dalla volontà di tagliare le tasse sul lavoro: “Con i soldi che sarebbero stati necessari per tagliare le accise per quattro mesi abbiamo tagliato di un ulteriore punto le tasse sul lavoro per un intero anno”.

Il governo Meloni ha però reintrodotto la cosiddetta ‘accisa mobile‘, strumento voluto dal governo Prodi II per calmierare i prezzi alla pompa qualora superino una certa soglia.

Superato un determinato importo, calcolato tenendo presente il prezzo del bimestre precedente e quello indicato dall’ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria, l’accisa sulla benzina cala in automatico.

Un ulteriore aiuto potrebbe eventualmente arrivare dai paesi del Golfo: “L’ampliamento della capacità di raffinazione di Kuwait, Arabia Saudita e Oman potrebbe alleviare qualsiasi ulteriore impennata dei prezzi da parte della Russia”, ha dichiarato ad ‘Associated Press’ Hedi Grati, responsabile della ricerca su combustibili e raffinazione di S&P global commodity insights.

Ma la trattativa, oltre che economica, è anche di tipo politico.

Il prezzo della benzina oggi in Italia

Intanto nella giornata del 3 febbraio si registra un lieve calo dei prezzi medi dei carburanti, come riportato dalle elaborazioni di ‘Quotidiano energia’.

Il prezzo della benzina al self service si assesta a quota 1,881 euro al litro, (la rilevazione precedente era di 1,882 euro/litro).
Il prezzo medio per il diesel al self service è di 1,916 euro al litro (rilevazione precedente, 1,920 euro/litro).

La benzina servita è a quota 2,021 euro al litro (prima era a 2,022). Il diesel servito è a 2,057 euro al litro (dato precedente 2,060).

Il gpl oscilla fra 0,792 e 0,805 euro al litro. Il metano per auto viaggia fra 1,962 e 2,232 euro al litro. Prezzi inferiori in tutti i casi ai distributori no logo.

Fonte foto: ANSA

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