Prenotazione vaccino, i dubbi di Crisanti sulla durata della protezione: "Troppi mix"
Andrea Crisanti, docente di Microbiologia all'Università di Padova, avanza dei dubbi sul mix vaccinale. Poi ha detto la sua sulle dosi ai bambini
Andrea Crisanti ha un dubbio e riguarda la durata della protezione dopo la terza dose. L’insicurezza, a suo dire, è dovuta dai “troppi mix” di vaccini. Il microbiologo dell’Università di Padova, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha spiegato il concetto, soffermandosi per anche sulla situazione creata dalla variante Omicron.
Crisanti: “Occhio ai decessi e ai tamponi rapidi”
Secondo Crisanti il numero reale dei contagi è ricavabile non da una stima a partire dai risultati dei tamponi, ma dal totale dei decessi, “che in media avvengono a 15-20 giorni dall’infezione. Se abbiamo 80/100 decessi negli ultimi 4-5 giorni vuol dire che 15-20 giorni fa i contagi non erano 8-9 mila, ma perlomeno 35-40 mila. Da allora è probabile che siano saliti, fino ai 50 mila o 70 mila casi che vediamo in altri Paesi Ue”.
L’esperto ha aggiunto che la mortalità del Covid, oggi, è del 2 per mille in una popolazione con il 70%-80% di vaccinati: “Bisogna dividere i decessi per due e moltiplicare per mille. E poi c’è l’uso sconsiderato dei tamponi rapidi, perché sottostimano, hanno una sensibilità che a seconda dell’operatore e del test utilizzato va dal 50% al 70%, quindi dà fino al 50%. Così mandano in giro persone infette“.
Crisanti: “Cosa sappiamo della variante Omicron”
Per quel che riguarda la variante Omicron, Crisanti ha detto che non è ancora chiaro se nel prossimo futuro diventerà prevalente e prenderà il sopravvento come ha fatto la Delta: “Certamente ha una trasmissibilità elevata – ha dichiarato -, perché altrimenti non l’avremmo vista diffondersi: quella della Delta infatti è altissima, come la varicella”.
In Gran Bretagna e Danimarca ipotizzano che la Omicron possa prevalere entro una settimana: “Se si conferma, vuol dire che ha una trasmissibilità maggiore, oppure una trasmissibilità maggiore in presenza di vaccinati. E in effetti la Omicron può infettare persone vaccinate pur causando una malattia lieve”, ha aggiunto.
Crisanti e il vaccino: “Troppi mix in Italia”
Crisanti è poi tornato ad attaccare il Green pass: “Ho sempre detto che non è una misura di sanità pubblica: se lo fosse, i contagi non sarebbero aumentati così tanto. Del resto dura 9 mesi e la protezione 6. La protezione naturale di chi ha avuto il Covid dura un po’ di più, ma con il vaccino a 5 mesi dalla seconda dose l’immunità dall’infezione scende al 40%. Questi sono i dati di Pfizer doppia dose“.
L’esperto si è poi soffermato sul mix vaccinale: “In Italia e in altri Paesi sono stati fatti quattro vaccini diversi come prima dose (Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson, ndr) e come seconda dose tre: quattro per tre, do dici combinazioni possibili. Ora la terza viene fatta con Pfizer o con Moderna, quindi devi moltiplicare per due. Così in Italia esistono 24 protocolli di immunizzazione differenti, una confusione inestricabile che rende difficili gli studi su livello e durata della protezione”.
Per quel che invece riguarda le zone gialle e arancioni, con restrizioni limitate a chi non è né vaccinato né guarito, Crisanti ha detto: “Mi sembrano un passo avanti: si attende il picco dei contagi e poi la discesa, quindi la discesa dei ricoveri. Non credo ci sarà un picco, ci sarà un plateau come in Inghilterra”.
Infine, sui vaccini per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, dopo i dati arrivati da Israele e Stati Uniti Crisanti ha dichiarato che quelli Usa sono “abbastanza confortanti, su 2,5 milioni di vaccinati riportano un’incidenza degli effetti collaterali molto molto bassa”.