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Porto Cesareo, mamma si fa pagare per non denunciare le molestie subite dalla figlia: indagata

La donna avrebbe ricevuto 600 euro dal presunto molestatore della figlia per evitare la denuncia: ora è indagata per favoreggiamento personale

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Avrebbe taciuto i palpeggiamenti subiti dalla figlia in cambio di 600 euro, dati dal presunto molestatore per non essere denunciato. Adesso la donna rischia di affrontare un processo con l’accusa di favoreggiamento personale, mentre l’uomo è accusato di violenza sessuale, aggravata perché compiuta su un minore.

I fatti

I fatti, riportati dal ‘Corriere del Mezzogiorno’, risalgono all’estate del 2020 e si sarebbero verificati su una spiaggia di Porto Cesareo, nel Salento, in Puglia.

Qui, secondo la ricostruzione degli inquirenti dell’Arma dei Carabinieri, il presunto pedofilo avrebbe palpeggiato la giovanissima, che all’epoca aveva solo 9 anni, con la scusa di fare un bagno in mare assieme, allungando le mani sulle sue parti intime. L’uomo, un quarantenne di Copertino, anche afferrato con forza la ragazzina, stringendola stretta a sé e raccomandandole poi di non raccontare nulla alla madre.

I fatti denunciati dalla bambina sono avvenuti sulla spiaggia di Porto Cesareo, località in provincia di Lecce, in Salento, tra le mete balneari più gettonate della Puglia.

Il racconto all’insegnante

L’inchiesta del Pubblico ministero Maria Rosaria Petrolo della Procura della Repubblica di Lecce, attualmente giunta a un primo punto fermo con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ai due indagati, è partita dalla confessione fatta a un’insegnante dalla minorenne, che in un primo momento, forse perché spaventata, aveva tenuto per lei quanto accadutole.

Convocata in caserma dai militari per essere ascoltata, la madre della bambina, pur ammettendo di essere a conoscenza di quanto successo alla figlia, avrebbe tentato di coprire l’indagato: la donna, infatti, ha prima indicato quale responsabile (come già riferito alla maestra) un non meglio identificato “zio” della bimba e poi si è rifiutata di fornire indicazioni utili per l’identificazione del presunto molestatore.

La sua omertà, come poi è emerso dalle indagini, sarebbe stata comprata dal quarantenne per 600 euro. “Avevo paura di una reazione violenta di mio marito“: questo il virgolettato riportato dal ‘Corriere del Mezzogiorno”.

La testimonianza

Dopo il racconto fatto all’insegnante e una volta accertata la sua capacità di testimoniare, la minorenne ha confermato le violenze subite nel corso dell’incidente probatorio davanti al gip Marcello Rizzo.

Le due persone indagate sono difese dagli avvocati Raffaele Leone e Luigi Rella.

Fonte foto: iStock - abile

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