Peste suina africana, allarme per due nuovi cinghiali positivi. Coldiretti: "Situazione fuori controllo"
Trovate a Roma due carcasse di cinghiali risultate positive ai test, si attendono i risultati delle analisi su un terzo esemplare: allarme della Coldiretti
Due nuovi casi di peste suina africana sono stati registrati a Roma, in seguito alle analisi effettuate su due carcasse di cinghiali ritrovati al parco dell’Insugherata e a Casal del Marmo, mentre si attendono i risultati su un terzo esemplare, rinvenuto in zona Tomba di Nerone.
- Due nuovi animali positivi ai test
- L’allarme della Coldiretti
- Le dichiarazioni del ministro Lollobrigida
Due nuovi animali positivi ai test
Torna la preoccupazione per la peste suina africana in Italia, dopo un periodo di relativa calma. Sono stati infatti ritrovati due esemplari di cinghiale morti, a Roma, uno al parco dell’Insugherata e l’altro in zona Casal del Marmo, che sono risultati positivi ai test.
Anche un terzo esemplare, rinvenuto in zona Tomba di Nerone, è al momento sotto esame. Il primo è stato ritrovato da un guardiaparco della riserva naturale romana, il secondo invece da un cittadino che ha prontamente segnalato la presenza della carcassa alle autorità.
E dalla Coldiretti Lazio arriva prontamente il richiamo all’attenzione: “La situazione è fuori controllo. Quanto accaduto è la dimostrazione che i provvedimenti presi, relativamente alle azioni di depopolamento e controllo numerico degli ungulati, sono rimasti inattuati” ha detto il presidente David Granieri.
L’allarme della Coldiretti
Non ci sta il presidente della Coldiretti Lazio, che parla di allarme e sottolinea quanto non è stato fatto per combattere la piaga della peste suina africana, nonostante “un’ordinanza emanata dal commissario straordinario alla Peste Suina Africana, la numero 2/2023, che deve essere seguita e rigorosamente rispettata dagli enti parco e dagli Atc. Cosa che evidentemente non è avvenuta”.
L’ordinanza alla quale fa riferimento il presidente Granieri è quella inerente la “regolamentazione dell’attività venatoria e di controllo verso i suini selvatici finalizzata all’eliminazione del maggior numero di capi possibile, che può essere svolta nel rispetto di specifiche misure di biosicurezza”.
E considerando che il primo caso nella Capitale è stato registrato esattamente un anno fa, nel maggio 2022, è evidente che poco o nulla è stato fatto per gestire una situazione che potrebbe facilmente sfuggire di mano.
Le dichiarazioni del ministro Lollobrigida
E sull’argomento è intervenuto anche il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida: “L’abbattimento di suini lo dobbiamo evitare a tutti i costi e per questo le misure che intendiamo assumere sono di natura anche sanitaria”.
Parlando invece della fauna selvatica, che è quella interessata anche dall’ordinanza nominata dal presidente Granieri, Lollobrigida ha affermato che l’attuale governo ha “fatto già abbastanza” a tal proposito, e che “una delle prime iniziative proposte da FdI è stata quella di un piano che possa regolare meglio la presenza di alcune specie per salvaguardare loro e la presenza umana all’interno del territorio”.
“Abbiamo proposto una legge recepita anche da tutte le Regioni italiane – ha poi continuato il ministro – con i carabinieri che verificheranno il meccanismo di selezione e cercheranno di far rientrare le specie in un numero che viene definito tollerabile all’interno del sistema per permettere ad alcune specie di sopravvivere, ma non escludendo ad altre di fare lo stesso, tra cui l’uomo”.