Perquisite sedi Anas, indagati manager e funzionari per corruzione e turbativa d'asta: l'ombra delle mazzette
Diverse sedi di Anas sono state perquisite nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Milano che ipotizza vari reati, tra cui la corruzione
Alcune sedi di Anas, la società che si occupa di infrastrutture stradali, sono state perquisite dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza i reati di corruzione e turbativa d’asta e rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio.
- L'inchiesta su Anas
- Gli indagati nell'inchiesta su Anas
- Il commento di Matteo Salvini sull'inchiesta su Anas
L’inchiesta su Anas
La notizia è stata anticipata sul sito di La Repubblica. L’inchiesta riguarda un volume di appalti di “circa 400 milioni di euro”, per cui sarebbero state pagate tangenti “tra i 300 e i 400mila euro”.
L’ipotesi di indagine, della procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e dei pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, è che alcuni appalti per strade in Lombardia e nel Nord est siano stati pilotati in cambio di mazzette, attraverso la diffusione di notizie riservate che avrebbero favorito alcune aziende nell’acquisizione delle commesse.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha detto in merito all’inchiesta su Anas: “Se c’è qualcuno che ha sbagliato, che paghi”.
Gli indagati nell’inchiesta su Anas
Nove persone risultano indagate. Quattro sono funzionari Anas. Gli altri sono manager e imprenditori.
Coinvolte anche le società Anas – Struttura territoriale Lombardia, a Milano, e Consorzio Stabile Sis a Torino. I militari della Guardia di Finanza di Milano hanno avviato l’acquisizione di documenti nelle sedi delle società a Roma, Milano, Firenze e Torino.
Il commento di Matteo Salvini sull’inchiesta su Anas
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, rispondendo a una domanda dell’agenzia ANSA sull’inchiesta che riguarda l’Anas, ha dichiarato: “Mi auguro che gli inquirenti facciano bene e in fretta il loro lavoro. Se c’è qualcuno che ha sbagliato, che paghi“.
Il leader della Lega ha poi aggiunto: “A quanto so, parlando con l’amministratore delegato, sono alcuni episodi che iniziano a risalire dal 2020. Quindi, facevo altro nella vita. A prescindere da quello, se c’è qualcuno che ha fatto qualcosa di sbagliato ne deve pagare le conseguenze”.