Parte la raccolta firme sul salario minimo di Pd e M5S: la mossa di Schlein e Conte dopo lo stop al Rdc
PD e Movimento 5 Stelle organizzeranno una raccolta firme in sostegno del salario minimo
Salario minimo rimandato a settembre. Dopo la decisione del Parlamento di rinviare a dopo l’estate la discussione sul salario minimo, PD e Movimento 5 Stelle si attivano per una raccolta firme per aumentare la forza politica della proposta.
- La raccolta firme di PD e M5S
- Il salario minimo è stato rinviato
- In cosa consiste la proposta delle opposizioni
La raccolta firme di PD e M5S
Le opposizioni, guidate dai due maggiori partiti, PD e Movimento 5 Stelle, hanno elaborato una proposta per introdurre il salario minimo in Italia. Nel nostro Paese non esiste una misura simile a causa dell’estensione dei contratti nazionali, che coprono oltre il 90% dei lavoratori dipendenti.
Questa non verrà però discussa prima della pausa estiva delle due camere, quindi la segretaria democratica Elly Schlein e il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte hanno indetto una raccolta firme in sostegno della proposta.
“Alla ripresa dei lavori parlamentari questa maggioranza non si dovrà confrontare solo con la nostra ostinata determinazione: si ritroverà sul tavolo della discussione anche tutto il sostegno delle adesioni e delle firme dei cittadini” hanno dichiarato i due.
Il salario minimo è stato rinviato
La decisione di annunciare la raccolta firme è arrivata dopo che il Parlamento ha votato, nella sessione odierna, per rimandare la discussione sul salario minimo a dopo la pausa estiva.
A settembre per il governo si troverà quindi di fronte ad una proposta delle opposizioni unite (fatta eccezione per Italia Viva), sostenuta dalle firma raccolte durante il mese di agosto.
Il tema del salario minimo è diventato ancora più centrale da quando, a inizio del mese di agosto, è diventata operativa la decisione del governo di annullare il Reddito di Cittadinanza, avvisando i percettori con un SMS.
In cosa consiste la proposta delle opposizioni
Il salario minimo è, come suggerisce il nome, una legge che imporrebbe una cifra minima a livello nazionale sotto la quale non è legale pagare i lavoratori dipendenti. La soglia decisa sarebbe quella di 9 euro lordi all’ora.
Questa soluzione andrebbe a coprire non solo il 10% di persone impiegate in mansioni non coperte da contratti nazionali, ma anche coloro che si ritrovano con stipendi sotto la soglia di povertà a causa di contrattazioni collettive deboli.
In Italia storicamente i sindacati sono stati contrari al salario minimo, come avvenuto anche nei paesi scandinavi. Questo perché, in un mondo del lavoro molto sindacalizzato come è stato quello del nostro Paese, i contratti nazionali risultano più efficaci.