Transessuali chiedono aiuto al Papa, che manda l'elemosiniere
Il gesto inaspettato dal Vaticano, che ribadisce l'importanza di aiutare tutte le persone in difficoltà
Niente clienti da settimane, per questo non hanno più entrate dall’inizio dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus in Italia. Un gruppo di transessuali di Torvaianica ha così chiesto aiuto alla Chiesa. A tendere loro la mano è stato il Papa stesso, come ha spiegato l’elemosiniere del Vaticano Konrad Krajewski al Corriere della Sera.
“Certo che li abbiamo aiutati. ‘Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò’, dice Gesù. È il Vangelo. Queste persone sono esseri umani che avevano fame. E siamo tutti figli di Dio”, ha spiegato il cardinale.
Il parroco di Torvaianica, Don Andrea Conocchia, ha riferito all’Adnkronos che “chiedevano aiuto perché con il Covid-19 non avevano più clienti sulla strada. Tra loro dividono le spese, gli affitti, si aiutano come possono. La voce si è sparsa. Ora ci sono circa una ventina di persone”.
“Arrivano per lo più dall’America Latina, vogliono molto bene a Papa Bergoglio e hanno fede. Sono rimasto commosso dall’immagine di una di loro che si è messa a pregare in ginocchio davanti alla Madonna”, ha raccontato il prete.
“Molte grazie a Papa Francesco”, “che dio la benedica, grazie per tutto”, “mille benedizioni, che la Vergine ti protegga”. Sono solo alcuni dei messaggi, in spagnolo, che hanno fatto avere al pontefice.
“Dobbiamo rappresentare il Vangelo per tutti“, ha dichiarato il cardinale Krajewski al Corriere della Sera. “Il parroco di Torvaianica mi ha scritto la storia di queste persone. È gente che guadagnava in nero, ovviamente, magari ha problemi con i documenti e non può chiedere sussidi“.
“È capitato che altre parrocchie segnalassero problemi simili, con prostitute che non avevano più nulla da mangiare. Così mi faccio dare l’Iban e verso alla parrocchia tutto quanto è necessario”, ha spiegato.
“La carità del Papa è rivolta a chiunque soffra. A Pasqua abbiamo portato migliaia di pacchi ai carcerati e tra loro, certo, c’erano anche transessuali e prostitute. Il mio compito è aiutare chi ne ha bisogno e svuotare il conto della carità del Papa. Se è vuoto, va bene. E quando si svuota, grazie a Dio, ci sono sempre dei benefattori che tornano a donare”, ha concluso.