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Paolo Sorrentino e i retroscena su Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi prima dei film: dai nastri al gelato

Il regista Paolo Sorrentino, a Tintoria, ha raccontato alcuni retroscena e aneddoti su Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi, entrambi interpretati da Toni Servillo nei suoi film

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Paolo Sorrentino torna nelle sale con il suo decimo film, Parthenope, nelle sale da giovedì 24 ottobre. Il regista, nelle sue pellicole, ha parlato anche dei due personaggi politici rappresentanti, rispettivamente, la prima e la seconda repubblica: Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi. In un’intervista ha svelato retroscena e aneddoti su entrambi.

Paolo Sorrentino e l’intervista a Tintoria

Paolo Sorrentino è stato ospite di Tintoria, apprezzatissimo podcast condotto dai comici Daniele Tinti e Stefano Rapone.

Nel corso dell’ultima puntata, uscita martedì 22 ottobre, il regista ha ripercorso la sua carriera soffermandosi anche su alcuni dei suoi film.

Daniele Tinti e Stefano Rapone, conduttori del podcast Tintoria

Inevitabili le domande su Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi, personaggi scolpiti nella storia politica della Repubblica.

I nastri di Giulio Andreotti

Il Divo, film uscito nel 2008, Paolo Sorrentino fa un ritratto di Giulio Andreotti.

Il regista ha racconto che il giornalista Peppe D’Avanzo, suo amico, aveva chiesto appuntamento alla segretaria, venendo ricevuti:

“Entrammo nel suo ufficio e c’erano migliaia di audiocassette. Migliaia, come un negozio. E non riuscivamo a capire perché, non l’abbiamo mai capito. Messe sui mobili, tutti nastri registrati. Era tutto buio. Quando pensi ad Andreotti subito fai dei pensieri loschi, invece magari… uscirono due e dicemmo ‘Chissà chi sono questi qua’, non davano una grande idea di affidabilità. Poi entrammo e Andreotti disse: ‘La mia vita non è così interessante, cosa lo fate a fare un film su di me?’. Poi da lì chiacchierammo, io ero molto emozionato, parlarono D’Avanzo e Andreotti, doveva essere un incontro amichevole, invece dopo un’ora e mezzo D’Avanzo cominciò a interrogarlo come se fosse Falcone con Riina (…). Parlammo tre ore, lui era di un’abilità sconcertante: D’Avanzo lo incalzava su qualsiasi cosa e lui diceva ‘ma io non esco tanto la sera’ (…). Quando finimmo, scendemmo le scale e D’Avanzo era tutto inc****** perché diceva ‘non ci ha detto nulla’, ed era vero”.

Ma quelle tre ore sono bastate a Sorrentino per cogliere comunque una sfumatura dell’ex presidente del Consiglio:

“A un certo punto cominciò a parlare dettagliatamente di quanto la bolletta della luce fosse diventata alta. Io dedussi che ci fosse una vaga forma di avarizia, e ho messo una scena dove lui spegne tutte le luci di casa“.

E ancora:

“Ci sembrava corretto dirgli che avremmo fatto un film su di lui. Lo incontrammo una seconda volta in cui fu molto più disponibile. Mi disse ‘Se vuoi venire con me in Senato puoi stare dei giorni con me’ e quando mi disse questo cominciati a intravedere la delusione, dissi ‘Se lo frequento altre due ore non faccio più il film’ perché tutte le persone sono divertenti i primi 10 minuti, poi sono tutte deludenti. Allora rifiutai. Stava perdendo di mistero, stava diventando uno di noi”.

Toni Servillo nei panni di Giulio Andreotti

Una volta uscito il film, Andreotti lo definì una “mascalzonata”:

Si arrabbiò, fecero una proiezione per lui a cui io non partecipai, ero in collegamento telefonico con uno che era in sala. A una scena in cui lui in sogno confessa di essere responsabile delle stragi lui si alzò e se ne voleva andare, ma lo trattennero. Si arrabbiò. Però poi mi hanno detto che negli ultimi giorni della sua vita disse a un’amica: ‘Ma io sono veramente come in quel film?‘. Quindi gli avevo messo un dubbio. C’è stato un equivoco, anche i figli si sono risentiti: io ero pro Andreotti, ero proprio innamorato. Penso di averlo raccontato in maniera estremamente positiva, una figura meravigliosa. Poi, per un antico malcostume per cui si pensa che il regista sia di sinistra, sembrava una critica ad Andreotti, ma non lo era”.

C’è poi il riferimento a Cirino Pomicino, interpretato nel film da Carlo Buccirosso:

“Tutti gli anni invita Carlo Buccirosso al suo compleanno, lo espone a tutti i partecipanti alla festa (…). Pomicino è uno molto simpatico, molto intelligente, una persona notevole. Lo incontrammo a Pavia, lui era in attesa di un trapianto di cuore. So che è una cosa irrilevante (…). In ospedale dettava legge, le suore andavano avanti e indietro come delle matte su suo ordine”.

L’aneddoto sul gelato di Berlusconi

Nel 2018 è uscito invece Loro, film su Silvio Berlusconi.

Sorrentino ha raccontato un aneddoto anche sul Cavaliere:

“Facemmo un pranzo, ci invitò a Palazzo Grazioli. Era divertente perché c’era il mio produttore che è avvocato seduto davanti a Ghedini, avvocato. Io ero seduto di fronte a Berlusconi e poi c’era Gianni Letta che era seduto di fronte al figlio, Giampaolo Letta. Eravamo speculari, tutti e 6. Quello che si può dire è che a quel pranzo io ho mangiato il miglior gelato della storia, al pistacchio. Poi non ho avuto modo di chiedere dove lo comprasse perché Berlusconi era molto ciarliero, ma non ebbi l’opportunità di infilarmi con la chiacchiera, quindi ascoltai. Lui in quel momento non poteva rientrare in Parlamento (per la legge Severino, ndr), era molto arrabbiato con la situazione che stava vivendo”.

C’è poi spazio per una battuta su Vespa:

“Silvio Berlusconi così come lo vedevi a Porta a Porta così era in privato, non c’era differenza. A me sembrò di assistere a una lunghissima puntata di Porta a Porta, col vantaggio che non c’era Bruno Vespa. Per il resto era del tutto uguale. Mi disse ‘Fatemi leggere il copione e venite a girare a casa mia‘, gli dissi ‘Presidente, non funziona così, non le posso né far leggere il copione né venire a girare a casa sua, saremmo conniventi, invece dovremmo mantenere un minimo di opposizione”.

Quindi, la chiosa:

“Non sono mai lusingati i politici quando fai un film su di loro, sono più spaventati. Non so se ha mai visto il film, mai saputo nulla: organizzammo una proiezione per lui, ma all’ultimo momento non si presentò. Non ho mai saputo se l’abbia mai visto”.

Toni Servillo nei panni di Silvio Berlusconi

Fonte foto: ANSA

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