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Ossigeno finito nel sottomarino disperso, c'è pessimismo: "Rumori rilevati erano del fondo dell'oceano"

Un'analisi della Marina statunitense sostiene che i colpi regolari rilevati dagli abissi apparterrebbero a un rumore di fondo dell'oceano

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Il tempo per le cinque persone a bordo del minisommergibile scomparso nell’Oceano Atlantico è scaduto. Le riserve di ossigeno all’interno del sottomarino Titan, stando alle stime della guardia costiera americana, sono finite intorno alle 13 (ora italiana) di giovedì 22 giugno, e dei dispersi non c’è ancora nessuna notizia. Le ricerche non si sono fermate e andranno avanti perlomeno fino al ritrovamento delle salme. La speranza si era accesa martedì 20 per dei rumori a cadenza regolare provenienti dagli abissi. Ma a questo punto, per i cinque passeggeri della spedizione del relitto del Titanic non ci sarebbe più nulla da fare.

Le ricerche

Da domenica 18 giugno, giorno dell’interruzione delle comunicazioni col sommergibile dopo circa un’ora e 45 minuti dall’immersione, le ricerche sono proseguite senza sosta in un’area di circa 26mila chilometri quadrati attorno alla posizione del Titanic, ad oltre 600 chilometri al largo dell’isola canadese di Terranova.

Una mappa della guardia costiera con l’area di ricerca del minisommergibile Titan

Al centro delle operazioni c’è il rimorchiatore Polar Prince, la nave che aveva trasportato il sommergibile Titan fino al punto di immersione, mentre almeno altre 9 navi (Deep Energy, Atlantic Merlin, Skandi Vinland, Atalante, Horizon Arch, Glace Bay, John Cabot, Ann Harvey, Terry Fox) stanno scandagliando la zona, grande quanto il Libano, per trovare un oggetto di 7 metri di lunghezza.

Da mercoledì si è unita alle attività la nave francese Atlante, dotata di un robot sottomarino, il Victor 6000. Il ‘ROV’ dovrebbe risolvere uno dei problemi principali, cioè quello di raggiungere i 3.800 metri di profondità nel caso in cui il minisommergibile si sia inabissato fino a toccare il fondo dell’oceano.

Secondo le ultime informazioni diffuse dalla Guardia costiera statunitense, anche la “nave canadese Horizon Arctic ha schierato un ROV che ha raggiunto il fondo del mare e ha iniziato la ricerca del sottomarino scomparso”.

“Questa è ancora un’operazione di ricerca e salvataggio attiva, stiamo usando l’attrezzatura che abbiamo sul fondo del il ROVS per espandere le nostre capacità di ricerca” ha dichiarato il contrammiraglio John Mauger, il quale ha aggiunto: “Rimaniamo fiduciosi a questo punto”.

“Dobbiamo restare ottimisti”, ha dichiarato il capitano Jamie Frederick, coordinatore dei soccorsi.

I suoni rilevati dal fondo dell’oceano

I colpi rilevati martedì da una aereo canadese nelle profondità avevano dato nuovi impulsi alle ricerche, ma da un’analisi preliminare della Marina degli Stati Uniti sarebbero stati generati dal “rumore di fondo dell’oceano”.

Ciò che è importante per me è che abbiamo continuato la ricerca con i ROV nelle aree in cui è stato rilevato il rumore che abbiamo dal momento del rilevamento” ha dichiarato il contrammiraglio John Mauger sottolineando che la Marina continuerà a cercare tutte le “informazioni disponibili” riguardanti i suoni subacquei segnalati.

La durata dell’eventuale recupero

Un ulteriore elemento di complicazione nell’operazione di ricerca è stato svelato nell’ultimo giorno teoricamente utile, giovedì 22 giugno, quando i serbatoi di ossigeno del sommergibile Titan si sono definitivamente esauriti.

Secondo gli esperti, anche se il minisottomarino venisse raggiunto e recuperato dal fondo dell’oceano, ci vorrebbero almeno altre 4 ore per riportarlo in superficie ed aprire il portellone da fuori.

Fonte foto: Getty

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