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Open Arms: la Ong chiede un aereo per distribuire i migranti

La Ong chiede a Italia e Spagna uno sforzo congiunto per i 107 migranti ancora a bordo della nave dopo 17 giorni

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“Se davvero un accordo è stato trovato, è indispensabile che Italia e Spagna si assumano la responsabilità di garantire, mettendo a disposizione tutti i mezzi necessari, che queste persone finalmente sbarchino in un porto sicuro” ha fatto sapere Open Arms in una nota ufficiale, riferendosi alla possibilità di uno sbarco dei migranti in Spagna, a oltre 965 miglia dalla posizione attuale della nave.

“Non abbiamo rifiutato l’offerta della Spagna, solo fatto presente che dopo 26 giorni di missione, 17 giorni in mare con 107 persone stremate e la situazione di emergenza a bordo non siamo in grado di affrontare altri 5 giorni di mare” ha affermato il fondatore della Ong, Oscar Camps. Anche l’attore statunitense Richard Gere è intervenuto con una particolare richiesta al ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“Per dare dignità ai naufraghi potrebbero trasferirli a Catania e da lì in aereo portarli a Madrid” ha poi riferito il presidente di Open Arms Riccardo Gatti ai microfoni dell’Ansa sul molo commerciale di Lampedusa. “Affittare un boeing per 200 persone viene 240 euro a passeggero. La soluzione Acquarius, lo scorso anno, per una nave della guardia costiera è costata 250 mila euro mentre la spesa per l’altra nave neanche si è saputa”.

“Rivolgiamo un appello agli Stati Membri e alle Ong a collaborare per trovare una soluzione che funzioni e che permetta uno sbarco immediato delle persone a bordo” della Open Arms, ha dichiarato Natasha Bertaud in conferenza stampa. La rappresentante dell’esecutivo comunitario ha poi aggiunto che la “Commissione Europea non ha competenza sui porti di sbarco“.

A bordo di tre pulmini scortati dalle forze dell’ordine i 24 minori scesi dalla Open Arms sono giunti al molo commerciale di Lampedusa e poi imbarcati nella nave Sansovino della Siremar per Porto Empedocle. Sono stati collocati in diverse strutture. Gli altri migranti hanno visto sfumare la possibilità di sbarcare, dopo che gli ispettori sanitari saliti sulla nave, su delega della Procura di Agrigento, non avrebbero constatato la presenza di un’emergenza tale da dover evacuare l’imbarcazione con urgenza.

Dopo 17 giorni vissuti sul ponte dello scafo, le 107 persone a bordo sarebbero però allo stremo, provate psicologicamente e fisicamente. Cinque naufraghi, con addosso i giubbotti salvagente si sono gettati in mare cercando di raggiungere la riva, distante appena 150 metri, ma sono stati recuperati dai volontari della Ong. Che hanno dichiarato: “Non riusciamo più a contenere la disperazione. Non riusciamo più a spiegare. Le parole mancano. Siete dei vigliacchi”.

Fonte foto: ANSA

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