Omicron 5, come curarla: i sintomi e i farmaci da usare o evitare
Quali sono i sintomi più frequenti della variante Omicron 5 e quali sono i farmaci da utilizzare e da evitare in caso di malattia da contagio
La vasta diffusione della variante Covid Omicron 5 in Italia impone un nuovo chiarimento su quali sono i sintomi più frequenti e quali sono i farmaci da utilizzare o, al contrario, da evitare. A far chiarezza ci ha pensato Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e professore della disciplina all’università di Tor Vergata a Roma.
Omicron 5: i sintomi più frequenti
Come si legge su ‘La Repubblica’, i sintomi più frequenti della variante Omicron 5 sono un po’ più evidenti rispetto a quelli delle varianti che l’hanno proceduta.
In particolare, spiccano il forte mal di gola e, in certi casi, anche la febbre (talvolta alta). Altri sintomi sono i dolori e la stanchezza, problemi diffusi anche precedentemente. Meno frequente, invece, è il mal di testa.
Omicron 5: come curarla nelle persone sane
Massimo Andreoni ha chiarito come si cura la variante Omicron nelle persone non fragili: “Per le persone con febbre e dolori il consiglio è di prendere antinfiammatori e antipiretici“.
Ancora Andreoni: “Si agisce sui sintomi, sempre ovviamente dopo aver parlato con il proprio medico di famiglia. Non vanno presi il cortisone e gli antibiotici“. (QUA L’ALLARME DI BURIONI SULL’USO DEGLI ANTIBIOTICI CONTRO IL COVID)
Il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive ha precisato: “Se poi il malato inizia ad accusare problemi respiratori deve avvertire il dottore, perché magari c’è bisogno di auscultare il paziente”.
Omicron 5: come curarla nelle persone fragili
Diverse sono le terapie per le persone fragili contagiate dalla variante Omicron 5: in questi casi c’è da valutare se usare l’antivirale o l’anticorpo monoclonale.
È ancora Massimo Andreoni a far chiarezza: “Le condizioni sono due: appunto la fragilità, che rende a rischio di un’evoluzione pesante della malattia, e la rapidità. Dopo il tampone positivo chi è a rischio deve avvertire il suo dottore. Questi farmaci vanno dati entro 5 giorni, meglio se a un paio dalla diagnosi. A maggior ragione sono utili per le persone non vaccinate o vaccinate solo parzialmente”.
Sugli antivirali, l’esperto ha aggiunto: “Questi farmaci non danno molti effetti collaterali, possono lasciare un gusto amaro in bocca e dar vita a problemi gastro intenstinali. Sono però pochissimi i casi nei quali va interrotto il trattamento perché il paziente ha problemi”.