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CRONACA NERA

Omicidio Melzo, convalidato l'arresto di Rosa Fabbiano: le bugie e l'ipotesi della perizia psichiatrica

Mentre gli inquirenti continuano a indagare sul movente del macabro omicidio di Melzo, l'avvocato di Rosa Fabbiano paventa la perizia psichiatrica

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Convalidato il fermo di Rosa Fabbiano: la figlia di Lucia Cipriano, l’anziana 84enne il cui corpo è stato trovato a pezzi nella vasca da bagno della sua casa a Melzo, resta in cella nel carcere di San Vittore. La donna, 58 anni, sposata, con due figli e operaia in un maglificio della zona, è stata arrestata con l’accusa di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere.

Finora si è avvalsa della facoltà di non rispondere, restando in silenzio davanti a carabinieri, pm e gip. Le sue uniche parole pronunciate risalgono a un primo sfogo istintivo nell’abitazione teatro dell’orrore, situata in una palazzina di via Boves: “Non ce la facevo più, ho fatto un disastro”. “La signora è devastata”, ha poi spiegato il suo avvocato.

L’omicidio di Lucia Cipriano

Per il pm tutti gli elementi raccolti finora sono sufficienti per la conferma del fermo di Rosa Fabbiano. La 58enne si occupava da tempo della madre. Dopo averla uccisa, avrebbe sezionato il suo corpo per poi tenerlo nascosto per circa due mesi. Secondo gli inquirenti il delitto sarebbe stato commesso tra la fine di marzo e l’inizio di aprile.

Quando i militari erano entrati nell’abitazione avevano trovato i resti dell’anziana nella vasca, accanto a un sacco con i suoi vestiti bruciacchiati. Presente in bagno anche una lama seghettata che, insieme a una sega da falegname rinvenuta in cucina, sarebbe stata utilizzata per smembrare il cadavere.

Secondo la ricostruzione del pm, Rosa Fabbiano avrebbe accompagnato la madre nel bagno per adagiarla dentro la vasca e poi tenerla intrappolata usando della plastica sigillata con nastro adesivo per provocare l’asfissia. Saranno adesso gli esiti dell’autopsia a confermare o ad aggiungere elementi in più sull’efferato gesto e sulle cause del decesso.

Le bugie dopo il delitto

Rosa Fabbiano è la maggiore di tre figlie. Le sue sorelle, Cosima e Loredana, erano totalmente all’oscuro di quanto accaduto. Proprio Loredana, di 46 anni e residente a Trento, preoccupata per la madre “voleva vedere da vicino cosa fare”, contribuendo a gestire le visite e a parlare con i servizi sociali per un ulteriore aiuto.

Rosa le aveva detto che l’84enne si trovava ricoverata in una Rsa per la demenza che l’affliggeva: avrebbe depistato per mesi, fino a quando Loredana non si è recata nell’abitazione dell’orrore insieme a lei. A quel punto non poteva più mentire.

Dopo essere entrata in casa, la 46enne è stata fermata da Rosa mentre provava a entrare in bagno. “Le ho chiesto il perché, lei mi ha solo ripetuto di non andare”, ha poi spiegato agli inquirenti. Ad un certo punto la sorella maggiore le ha confessato di “aver fatto un disastro” e le ha chiesto di portarla in caserma.

Poco dopo però l’improvviso ripensamento: dopo aver iniziato a urlare, è scesa dall’auto andando tra i campi e minacciando il suicidio. A quel punto Loredana ha allertato il 112 ed è tornata sul luogo dell’orrore con una pattuglia.

Indagini sul movente, ipotesi perizia psichiatrica

Il movente dell’omicidio è ancora un giallo. Tra le ipotesi, non si esclude che Rosa Fabbiano fosse esausta dell’impegno di accudire la madre, ma resta in piedi anche la pista dei motivi economici: al vaglio degli inquirenti i conti dell’anziana vittima, da cui negli ultimi due mesi sarebbero stati prelevati dei soldi.

Resta inoltre da chiarire se la 58enne sia sia stata aiutata da qualcuno o se invece abbia agito in solitudine.

Intanto l’avvocato che la assiste, Daniele Brambilla, non esclude una perizia psichiatrica. “Valuterò nel momento in cui vedrò tutta la documentazione – ha detto – anche se per il contesto familiare non è usuale”.

Fonte foto: ANSA

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