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CRONACA NERA

Omicidio di Brescia: la versione della moglie che ha accoltellato il marito e le urla del figlio 15enne

Emergono nuovi dettagli sull'omicidio di Nuvolento: la moglie ha ammesso le sue responsabilità

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Inizia a tratteggiarsi con un po’ più di chiarezza l’omicidio consumatosi a Nuvolento, comune del Bresciano che sorge tra la città e il lago di Garda. Al culmine di una lite Raffaella Ragnoli, 56 anni, ha ucciso con un coltello da cucina il marito, Romano Fagoni, 59 anni, colpendolo più volte.

Le urla del figlio e la chiamata ai soccorsi

L’aggressione mortale si è verificata nella cascina in cui viveva la coppia e innanzi al figlio, 15 anni. Quest’ultimo, come riferisce il Corriere della Sera, dopo l’omicidio è uscito di casa correndo, spaventato e in preda al panico. Ha lanciato delle grida: “Aiuto, mamma ha ucciso papà”. Dopo ha chiamato i soccorsi e infine si è rivolto ai vicini.

Fagoni è stato ucciso poco dopo le nove di sera. Il litigio tra moglie e marito pare che sia scoppiato a cena ed è finito in tragedia, con Raffaella che ha reciso la carotide del consorte. Quando i soccorsi sono arrivati, l’uomo era già morto e non c’è stato nulla da fare. Sempre secondo i dettagli rivelati dal CorSera, la sera prima la coppia era uscita a cena.

Clima familiare “teso”

Raffaella, casalinga, viene descritta da chi la conosce come una brava persona, riservata e disponibile. Aveva sposato Romano nel 1992. L’uomo, professione operaio, lavorava in una fabbrica di Ponte San Marco, comune che dista pochi chilometri da Nuvolento.

Sul profilo social della donna ci sono diverse foto in compagnia del marito e dei viaggi fatti con lui e il figlio. Una serie di scatti in cui sembrava regnare armonia. Nell’ultimo periodo, però, il clima familiare si è fatto sempre più teso.

Dopo essere stata arrestata, Raffaella è stata trasferita in carcere. Innanzi al magistrato di turno — il pm Flavio Mastrototaro — ha parlato dell’omicidio ed ha ammesso le sue responsabilità, spiegando che in casa si era venuto a delineare un clima domestico “molto teso e litigioso”, praticamente “diventato insopportabile”.

La versione definitiva della donna sarebbe questa: l’aggressione al marito sarebbe stata perpetrata per “proteggere” e difendere il figlio, che pare sia stato insultato dal padre solo pochi minuti prima del dramma.

Inquirenti al lavoro: sentiti parenti e amici di famiglia

Gli investigatori stanno parlando con i parenti e gli amici della famiglia, per fare totale chiarezza. Sarebbero state negate le ricostruzioni che volevano la famiglia alle prese con problemi di natura economica. Chi indaga ha anche ascoltato la figlia maggiore, che avrebbe descritto il padre come una figura autoritaria.

“Sembrava una coppia come tante, litigavano sì, ma nulla che lasciasse presagire un simile epilogo”, hanno raccontato i dirimpettai della famiglia.

Fonte foto: ANSA

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