Omicidio Antonio Bellocco, il ferimento di Andrea Beretta una messinscena? Cosa non torna nel suo racconto
Dubbi sulla versione di Andrea Beretta, il capo ultras dell'Inter che ha ucciso lo 'ndranghetista e rivale Antonio Bellocco
Una messinscena Le indagini dei carabinieri stanno mettendo in dubbio la versione del capo ultras dell’Inter Andrea Beretta, che sostiene di aver ucciso il boss di ‘ndrangheta e a sua volta riferimento della curva nerazzurra Antonio Bellocco per legittima difesa.
- La dinamica dell'omicidio di Bellocco
- Cosa non torna nel racconto di Beretta
- Spaccio, biglietti e merchandise: la criminalità nel tifo organizzato
La dinamica dell’omicidio di Bellocco
Nella serata del 4 settembre Antonio Bellocco, condannato per associazione mafiosa e ancora in libertà vigilata, e Andrea Beretta, entrambi capi della Curva Nord di San Siro, quella che ospita il tifo organizzato della squadra di calcio dell’Inter, si sono incontrati in una palestra di boxe di Cernusco sul Naviglio, tra i luoghi di riunione degli ultras nerazzurri.
I due si sarebbero scambiati un saluto e alcune battute amichevoli, stando a quanto riportato da alcuni testimoni, per poi spostarsi nell’auto di Bellocco, una Smart, per proseguire la conversazione in privato.
Le immagini delle telecamere mostrano la Smart partire in retromarcia, cambiare improvvisamente direzione e poi fermarsi davanti alla porta della palestra. Dall’auto esce Beretta ferito da un colpo di pistola. Bellocco è invece morto a causa di una coltellata alla gola.
Cosa non torna nel racconto di Beretta
Secondo Beretta, Bellocco avrebbe tentato di ucciderlo con un colpo di pistola mentre i due parlavano in auto. Il capo ultras sostiene che da tempo lo ‘ndranghetista aveva programmato il suo omicidio. I due erano infatti rivali per la guida della Curva Nord interista.
Questa ricostruzione è stata messa in dubbio dal ritrovamento della pistola di Bellocco, che avrebbe ferito Beretta. L’arma non aveva il colpo in canna e il caricatore con il resto dei proiettili si trovava sull’asfalto, poco lontano dalla Smart.
I carabinieri del nucleo investigativo Moscova stanno indagando per verificare la versione di Beretta, al momento in arresto. Il dubbio degli inquirenti è che l’ultras abbia aggredito il rivale per poi ferirsi da solo per avvalorare la tesi della legittima difesa.
Spaccio, biglietti e merchandise: la criminalità nel tifo organizzato
Antonio Bellocco era figlio di uno dei boss più importanti del clan ‘ndranghetista della piana di Gioia Tauro. Di recente aveva acquisito molto potere all’interno dei gruppi che compongono il tifo organizzato interista.
In particolare l’obiettivo dei clan sarebbe stato la gestione dello store della Curva Nord “Milano Siamo Noi” sito a Pioltello Limito, nell’hinterland milanese, ma anche una serie di altri affari.
Da tempo infatti, stando a quanto riportato dal quotidiano La Stampa, attorno alla Curva Nord ruoterebbero una serie di traffici illeciti, dalla gestione della vendita illegale dei biglietti ai parcheggi di San Siro, fino allo spaccio di droga.