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Nella classifica della libertà di stampa l’Italia perde 5 posizioni e va al 46° posto: accuse al governo

L'Italia scivola giù di 5 posizioni nella classifica della libertà di stampa di Rsf per via del caso Angelucci, il parlamentare leghista che punta all'agenzia Agi

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il rapporto annuale sulla libertà di stampa di Rsf (Reporters Sans Frontières) vede l’Italia arretrare di 5 posizioni finendo al 46° posto. Pesa il caso Angelucci: il parlamentare Antonio Angelucci eletto con la Lega, già editore de Il Tempo, Il Giornale e Libero, sta cercando di entrare in possesso dell’agenzia Agi.

Grecia peggiore in Europa

La classifica analizza la situazione di 180 Paesi secondo la capacità dei giornalisti di lavorare in maniera libera e indipendente.

Per l’organizzazione non governativa Rsf, nell’ultimo anno sempre più governi e autorità politiche “non stanno adempiendo al proprio ruolo di garanti del miglior ambiente possibile per il giornalismo e del diritto del pubblico a ricevere notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate”.

Di più: in numerosi Paesi nell’ultimo anno è andata crescendo la pressione dei governi sui media.

Al top della classifica c’è la Norvegia, in fondo alla lista c’è l’Eritrea che rispetto al 2023 ha scalzato la Corea del Nord.

L’Europa è l’unico continente a includere Paesi classificati con “buoni”. Nel Vecchio Continente il peggior risultato (88° posto) se l’aggiudica la Grecia, superando anche la democratura di Viktor Orban.

La Grecia sconta lo scandalo relativo alle intercettazioni dei giornalisti da parte dei servizi segreti. Gli esponenti di Rsf non dimenticano poi l’omicidio del cronista Giorgos Karaivaz avvenuto nel 2021.

La situazione in Italia

Nel rapporto annuale di Rsf si puntualizza che in molti Paesi alcuni gruppi politici stanno tentando di “orchestrare l’acquisizione di ecosistemi mediatici, sia di media di proprietà statale che sono finiti sotto il loro controllo, sia di acquisizione di media privati da parte di imprenditori alleati”.

Nel report si legge poi che l’Italia “di Giorgia Meloni (46ª)” vede “un membro della sua coalizione” che “sta cercando di acquisire l’agenzia di stampa Agi“. Nel 2023 l’Italia aveva recuperato 17 posizioni rispetto all’anno precedente in cui si era classificata al 58° posto.

La riforma della stampa del governo Meloni è stata recentemente accusata dall’opposizione di voler riportare in vita il MinCulPop di epoca fascista.

La nota metodologica

Rsf spiega che il rapporto è stato stilato in base a “un’indagine quantitativa sugli abusi commessi contro i giornalisti” da una parte e su “uno studio qualitativo” dall’altro. L’analisi qualitativa è stata basata sulle percezioni di una serie di esperti (giornalisti, professori universitari, ricercatori, esponenti di Ong, ecc…) che hanno risposto a un questionario.

Fonte foto: IPA

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