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Msi, la replica di La Russa: "Difendo le mie idee". Critiche da Vittorio Sgarbi e Liliana Segre

Bufera per il post social di Ignazio La Russa che ha omaggiato la nascita dell'Msi

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Altra bufera su Ignazio La Russa, attuale presidente del Senato che, in quanto tale, secondo la liturgia istituzionale dovrebbe mantenere un certo distacco dalle ‘baruffe’ della vita politica quotidiana e da determinate spinose e annose questioni. Il caos mediatico si è scatenato dopo alcune sue esternazioni a proposito dell’Msi.

La Russa, nessun passo indietro

La Russa, però, non è uomo che bada alla liturgia. Lui stesso lo ha rimarcato parlando con Il Corriere della Sera: “Me ne frego della liturgia! La verità è che, quando esprimo le mie idee, rosicano. Ripeto: se avessero voluto uno solo per dirigere il traffico dell’aula di Palazzo Madama, avrebbero potuto eleggere un semaforo. Io non rinuncio, e non rinuncerò mai, al mio pensiero”.

Ma che cosa è accaduto? Che cosa ha detto la seconda carica dello Stato? 26 dicembre 1946, nascita dell’Msi. Una data omaggiata da La Russa sui social con un post: un vecchio manifesto missino e un ricordo del padre Antonino, già segretario politico del partito nazionale fascista a Paternò (Catania).

“Nel ricordo di mio padre – ha scritto La Russa -, che fu tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse con il MSI per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana”.

In un amen le opposizioni si sono scagliate contro il gesto del presidente del Senato. La Meloni che ne pensa? L’ha sentita? “No. E, comunque, non mi è giunta alcuna sua critica. Rispetto le sensibilità della comunità ebraica, ma li invito a documentarsi bene. Anche perché il Msi è sempre stato schierato a favore di Israele, mentre pezzi di sinistra, spesso, tifavano per i palestinesi”.

Pentimento per il post? “Io rispetto le leggi, i valori costituzionali, in aula sono imparziale e super partes… Ho le mie idee. Non le rinnego. E ho il diritto di celebrare la figura di mio padre, con orgoglio e senso di appartenenza ad un partito dove, a lungo, ho militato anche io. Dov’è il problema?”. Insomma, La Russa non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro.

Sgarbi si dissocia dall’amico La Russa: “Inopportuno”

“La Russa è stato inopportuno”. A dirlo è Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura Vittorio nonché amico personale del presidente del Senato. La questione è prettamente politica secondo il critico d’arte che ha parlato con La Repubblica: “Ignazio si richiama al passato, e non al futuro come Giorgia. Tra i due nel partito probabilmente ci sarà qualche discussione”.

E ancora: “Nella storia repubblicana, fino a Berlusconi, il Msi è stato un partito rappresentato in Parlamento, con una posizione contestabile rispetto a un passato finito. Come il Pci, che invece aveva un problema di postura rispetto al presente. Però oggi nessuno mette in discussione che qualcuno celebri Togliatti o Ingrao. Eppure il loro partito era contemporaneo alle stragi di Stalin, all’Ungheria, a Pol Pot, a Mao”.

Sgarbi ha poi ribadito che ha trovato il gesto di La Russa fuori luogo: “Il ricordo del Msi del mio amico La Russa, che si arrabbierà, è stato non illegittimo ma quantomeno inopportuno. Soprattutto politicamente. Perché finisce per richiamarsi al passato e non al futuro, come Giorgia Meloni. Tra i due nel partito probabilmente ci sarà qualche discussione”.

Liliana Segre: “Ideali della destra hanno qualche tendenza nostalgica”

“Il mio discorso era scritto con il cuore, sapendo che la nuova maggioranza parlamentare si ispira agli ideali della destra con qualche tendenza nostalgica”. Così Liliana Segre in un’intervista al Guardian a proposito del suo intervento in Senato nel giorno dell’inaugurazione della legislatura.

La senatrice ha inoltre aggiunto che la sua più grande paura è “che l’Olocausto possa ridursi ad appena un rigo nei libri di storia. Non si tratta di pessimismo, ma del frutto dell’osservazione. Osservo alcuni eventi con lo spirito di una scienziata: l’esperimento è tatuato sulla mia pelle. Qualcosa andò storto, e resta molto da fare”.

Fonte foto: ANSA

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