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Morte Andrea Purgatori, la perizia non lascia dubbi: gli errori commessi dagli indagati per omicidio

Secondo la perizia Andrea Purgatori è morto a causa di una “catastrofica sequela di errori e omissioni”. Sono quattro i medici indagati

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Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

È arrivata la perizia medico-legale nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Andrea Purgatori. Secondo la conclusione degli esperti, il giornalista sarebbe morto a causa di una “catastrofica sequela di errori e omissioni”. Purgatori è morto all’età di 70 anni il 19 luglio 2023 nella clinica privata Villa Margherita di Roma.

Morte di Purgatori, le conclusioni della perizia

La perizia sul decesso di Purgatori parla di una diagnosi errata di fibrillazione atriale, con conseguente terapia anticoagulante “rivelatasi potenzialmente fatale e di fatto controindicata nelle endocarditi”.

Proprio la mancata diagnosi tempestiva di endocardite ha portato, secondo i periti medico-legali, alla morte di Andrea Purgatori.

Il giornalista Andrea Purgatori

Quattro medici indagati per la morte di Andrea Purgatori

Come riportato da diverse agenzie di stampa, tra cui AGI e AdnKronos, sono quattro le persone indagate per omicidio colposo: il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi, la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo e il cardiologo Guido Laudani.

La perizia medico-legale ricostruisce le varie fasi, fino alla morte di Andrea Purgatori. Secondo i periti, Laudani avrebbe interpretato non correttamente i risultati dell’esame holter “giungendo alla conclusione che l’embolizzazione multiorgano fosse conseguenza di fibrillazione atriale”. Lo stesso, inoltre, non avrebbe valutato adeguatamente “il quadro clinico e gli effetti della terapia anticoagulante che aveva impostato”.

I periti si sono poi soffermati sul ricovero del luglio 2023 e in particolare sulla dimissione del 19 luglio, quando Purgatori – si legge nella perizia – “viene dimesso apparentemente senza visionare i risultati di un prelievo effettuato il giorno 19, dove i rileva la severa anemia che avrebbe controindicato la dimissione”.

La mancata diagnosi di endocardite

In merito ai neuroradiologi indagati per la morte di Purgatori, in base alla perizia medico-legale questi ultimi “refertarono non correttamente l’esame di risonanza magnetica dell’8 maggio del 2023 per imperizia e imprudenza e quelli del 6 giugno e dell’8 luglio per imperizia”.

Secondo i periti un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito a Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi perché la letteratura scientifica stima il tasso di sopravvivenza a un anno in misura dell’80% se l’endocardite viene trattata in modo tempestivo.

Tale condizione, concludono i periti, “avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all’inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno 2023 o ancora prima, nella seconda età di maggio 2023 qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l’esito degli accertamenti svolti l’8 maggio”.

Fonte foto: ANSA

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