Molestie degli Alpini a Rimini, stop alle adunate? Il presidente sulle barricate: "Sarebbe torto gravissimo"
Sebastiano Favero parla di "fatti concreti" che renderebbero necessarie le scuse, poi impegna l'associazione a individuare i responsabili
Continuano a tenere banco le polemiche scatenate dalle accuse di molestie nei confronti degli Alpini a Rimini. Nel dibattito interviene, dalle pagine del Corriere della Sera, il presidente delle truppe da montagna altamente specializzate dell’Esercito Italiano.
Sebastiano Favero, ingegnere di 73 anni e presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, ha concesso un’intervista al quotidiano di via Solferino.
- Molestie degli Alpini al raduno di Rimini, le scuse del presidente dell'Associazione: "Individueremo i responsabili"
- Polemiche contro gli Alpini dopo l'adunata di Rimini, Sebastiano Favero: "Fermare le adunate sarebbe un torto gravissimo alla maggioranza"
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Molestie degli Alpini al raduno di Rimini, le scuse del presidente dell’Associazione: “Individueremo i responsabili”
Favero ha ammesso l’esistenza di “fatti concreti”, tali da rendere le scuse necessarie: “Faremo di tutto – ha continuato – insieme alle forze dell’ordine, per individuare i responsabili”.
“Se sono appartenenti alla nostra associazione, prenderemo provvedimenti molto forti”.
Riguardo ai possibili precedenti di Milano e Trento, Favero ha chiarito: “Avevamo già fatto delle azioni di sensibilizzazione. Evidentemente non sono bastate e faremo di più, anche con maggiori controlli durante le manifestazioni”.
“Tuttavia tutti gli episodi non sono avvenuti negli appuntamenti ufficiali ma nei momenti di intervallo”. Poi ha aggiunto: “Non per caricare responsabilità su altri, ma per noi è difficile monitorare cosa accade in quei contesti, spetta più che altro alle forze dell’ordine”.
Polemiche contro gli Alpini dopo l’adunata di Rimini, Sebastiano Favero: “Fermare le adunate sarebbe un torto gravissimo alla maggioranza”
Dopo le scuse, il presidente degli Alpini prova a stoppare alcune delle iniziative lanciate sulla scia dell’indignazione. In particolare l’ingegnere sembra essere preoccupato dal divieto, per ora soltanto minacciato, che si vorrebbe imporre, per due anni, sulle adunate.
“Così come condanno cos’è successo, ribadisco che è opera di un piccolo numero. Fermare le adunate sarebbe un torto gravissimo alla maggioranza”.
“Il nostro impegno – ha concluso – è far sì che non avvenga più in futuro. Dobbiamo avere maggiore sensibilizzazione. Di fronte a casi del genere non bisogna girarsi dall’altra parte”.
Denunce contro gli Alpini anche a Milano e Trento: cosa è successo, la contro adunata di Non una di meno
“È stata data la città in mano agli Alpini, che si sono sentiti in diritto e in dovere di reclamare il possesso del corpo di ogni donna nei paraggi”. È questa la denuncia che ha fatto nascere il caso, veicolata attraverso un’assemblea pubblica nata come “contro adunata” e organizzata dal gruppo Non una di meno di Rimini, dopo aver ricevuto centinaia di denunce da parte soprattutto di bariste e cameriere.
A Rimini si erano tenuti 4 giorni di feste e celebrazioni con 400mila alpini.