Molestie all'adunata degli alpini a Rimini, nuova polemica per la replica: cosa hanno detto gli alpini
La replica degli alpini alle accuse di molestie e palpeggiamenti al raduno nazionale di Rimini ha provocato una nuova ondata di polemiche
Non si placano le polemiche sui casi di molestie sessuali e palpeggiamenti denunciati sui social da decine di donne e ragazze che sarebbero avvenuti durante la 93esima adunata nazionale degli alpini che si è tenuta nei giorni scorsi a Rimini. Alla bufera che ha investito gli organizzatori dell’evento ora si aggiungono le polemiche relative alla replica degli alpini, che hanno parlato di “infiltrati” all’evento.
Molestie all’adunata degli alpini a Rimini: le accuse
Dopo la quattro giorni del raduno nazionale degli alpini, tornato in grande stile dopo due edizioni saltate a causa della pandemia, nella giornata di lunedì 9 maggio si è tenuta nella centrale piazza Cavour a Rimini una “contro adunata”.
La manifestazione è stata organizzata dal gruppo “Non una di meno” della città in seguito alle tante denunce e racconti postati sui social da centinaia di donne che accusano parte dei protagonisti dell’adunata, giovani e meno giovani, di averle molestate con epiteti offensivi, ma anche palpate e toccate.
Molestie all’adunata degli alpini a Rimini: la replica
“Prendiamo le distanze e stigmatizziamo i comportamenti incivili segnalati che non appartengono a tradizioni e valori che da sempre custodiamo”. Così in una nota l’Ana, l’associazione nazionale degli alpini che ha organizzato l’evento, replica alle accuse.
“Al tempo stesso, però sottolineiamo, dopo opportuni accertamenti che non sono pervenute denunce e segnalazioni alle forze dell’ordine”, continua la nota.
Una posizione che Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione nazionale Alpini, ha riassunto così all’Ansa: “È chiaro che se ci sono denunce circoscritte e circostanziate prenderemo provvedimenti, ma al momento non ne risultano”.
Molestie all’adunata degli alpini, la tesi degli “infiltrati”
Secondo l’Ana è “ingeneroso e ingiustificato veicolare un messaggio che associa la figura dell’alpino a quegli episodi di maleducazione”. Perché le molestie sono tutte da accertare. E perché se anche ci fossero state, è probabile che i responsabili siano degli “infiltrati“, persone che si sono mescolate alla folla ma che alpini non sono.
“Ci sono centinaia, se non migliaia, di giovani – spiega l’associazione – che pur non essendo alpini, approfittano della situazione: a costoro, per mescolarsi alla grande festa, basta infatti comperare un cappello alpino, per quanto non originale, su qualunque bancarella”.
“La grandissima maggioranza dei soci dell’Ana, poi, a causa della sospensione della leva nel 2004, oggi ha almeno 38 anni: quindi persone molto più giovani difficilmente sono autentici alpini”.
La replica dell’Associazione nazionale degli alpini ha provocato una ulteriore ondata di polemiche sui social, con tanti che accusano gli alpini di minimizzare e negare quanto accaduto durante l’adunata a Rimini.