Miss Ungheria scambiata per pusher: la modella in carcere per tre mesi da innocente ora chiede un risarcimento
La vicenda della modella ungherese Greta Gila, arrestata e detenuta ingiustamente in carcere in Italia per oltre tre mesi
Ha passato tre mesi in cella, nel carcere di Civitavecchia, accusata di essere una trafficante internazionale di droga. Ma non era vero. Detenuta ingiustamente e poi scagionata perché innocente, ora chiede 100mila euro di risarcimento, per il trauma subito e la carriera distrutta. Protagonista della vicenda la modella ungherese Greta Gila, 24 anni, miss Turismo nel 2018, candidata a miss Ungheria e tra le partecipanti a miss Universo.
Modella scambiata per pusher e arrestata: la vicenda
L’incubo di Greta Gila, riportato da Il Messaggero, risale al marzo 2019, quando la giovane modella ungherese si trovava di passaggio a Roma. Partita da Londra era diretta a Tokyo per un servizio fotografico e alloggiava in un albergo di Fiumicino.
All’aeroporto della Capitale fermano una persona, una sua conoscente, con della cocaina. La donna dichiara che la sostanza era destinata proprio a Greta. Così le forze dell’ordine si presentano in borghese alla sua stanza d’albergo e la arrestano per traffico di droga.
Nel giro di un paio d’ore quindi la modella finisce in cella a 21 anni in un paese straniero, senza conoscere la lingua e senza aver ben compreso cosa sia successo.
Modella scambiata per pusher, in carcere da innocente
Accusata di traffico internazionale di droga, la modella 24enne resta in carcere a Civitavecchia per oltre tre mesi. Viene quindi rilasciata, ma deve restare comunque in Italia per l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria.
La fine dell’incubo arriva il 16 dicembre, a dieci mesi di distanza dall’arresto. La procura non chiede il rinvio a giudizio e il gip archivia l’inchiesta, per “l’infondatezza della notizia di reato” nonostante “le lunghe indagini espletate”.
Modella scambiata per pusher, la richiesta di risarcimento
Nonostante il lieto fine, Greta Gila è rimasta con una carriera di modella ormai distrutta e gli strascichi del trauma subito. Tornata in Ungheria, la giovane ha smesso di fare la modella.
E ha dato mandato all’avvocato che è riuscito a dimostrare la sua innocenza, il penalista Massimiliano Scaringella, di chiedere il risarcimento allo Stato per ingiusta detenzione, quantificato in 100mila euro.
“Il problema, quando capitano queste vicende – ha detto l’avvocato all’Adnkronos – è il trauma. La carriera non è più decollata perché Gila ha ora paura di viaggiare. Timore causato dalla situazione che ha vissuto”.
“Aveva sempre viaggiato senza problemi per fare la modella- ha spiegato – ma ora è una ragazza che vive nel terrore che si possa creare nuovamente un equivoco di questo genere. Non potrà più fare la modella e per lei è un trauma notevole“.
Il 22 febbraio i giudici quarta sezione penale della corte d’Appello di Roma dovranno decidere se accogliere la richiesta della modella ungherese.