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Meloni: gaffe e scuse durante la replica alla Camera. L'opposizione non perdona gli 'scivoloni' alla premier

Giorgia Meloni, nel corso della discussione per la fiducia al suo governo, è incappata in un paio di 'scivoloni'

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

La premier Giorgia Meloni, durante la sua replica alla Camera dei Deputati, dove era in corso la discussione per la fiducia al suo governo, è incappata in qualche gaffe, tralasciando qualche prassi formale, prontamente sottolineata dai banchi dell’opposizione.

Fiducia Camera, gli ‘scivoloni’ di Giorgia Meloni

In aula il presidente del Consiglio può rivolgersi ai deputati soltanto attraverso il presidente dell’Aula, fatto che è sfuggito alla leader di Fratelli d’Italia, la quale ha subito provveduto a scusarsi. Nel frattempo qualche parlamentare dell’opposizione ha fatto sentire la propria voce per rimarcare lo ‘scivolone’, innescando un secondo ‘strappo’ alla grammatica istituzionale da parte della premier la quale ha pronunciato un “boni” in romanesco.

Meloni dà del tu ad Aboubakar Soumahoro

C’è stato ancor più rumore quando la presidente del Consiglio ha dato del ‘tu’ al deputato Aboubakar Soumahoro. E pure in questo frangente hanno fatto seguito delle scuse, a più riprese.

“Al collega Soumahoro mi sento di dire: tutti ci sentiamo scolari della storia, sai, altrimenti saremmo ignoranti del presente, senza futuro”, ha scandito Meloni, subito pizzicata dalle proteste dell’opposizione. Dopo un attimo di sfasamento ha compreso l’errore.

“Chiedo scusa, errore mio, chiedo scusa, succede di sbagliare, basta chiedere scusa quando accade”, ha aggiunto per poi proseguire il discorso relativo al piano Africa di cui aveva parlato in mattinata.

Meloni: “Da anni parlo con diverse associazioni di patrioti africani”

“Da anni – ha spiegato – parlo con diverse associazioni di patrioti africani e mi hanno detto una cosa che nessuno ha mai citato: anche loro non se ne vogliono andare da casa loro”.

“Quel diritto di lottare contro la fuga dei cervelli italiani vale per gli italiani ma credo debba valere anche per gli africani e per tutti coloro che non vogliono lasciare la propria terra e chiedono aiuto per sviluppare e crescere nella loro comunità”, ha concluso.

Fonte foto: ANSA
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