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Meloni chiude il caso Sangiuliano difendendo il ministro, le parole sul G7 "sicuro" e la replica di Boccia

A poche settimane dal G7 della Cultura, Giorgia Meloni è intervenuta sul caso che riguarda il ministro Sangiuliano e la presunta consulenza di Maria Rosaria Boccia

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Il mistero sulla “consulente” mancata del ministro della Cultura Maria Rosaria Boccia continua a crescere mentre si avvicina il G7 della Cultura: in questo contesto è intervenuta Giorgia Meloni, in difesa del ministro Sangiuliano, assicurando che Boccia non ha avuto accesso a documenti riservati né sono stati spesi fondi pubblici per lei. Nonostante le rassicurazioni, l’opposizione chiede chiarimenti, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza dell’evento e sulla gestione delle informazioni sensibili. Intanto Boccia continua a postare sui social e accusare il ministero.

L’intervento di Giorgia Meloni su Sangiuliano, Boccia e il G7

Sangiuliano “mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7 e soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per questa persona”.

In questo modo la premier Giorgia Meloni ha provato a chiudere il caso legato al ministro della Cultura e la presunta consulenza di Maria Rosaria Boccia, con le opposizioni ad alzare gli scudi quasi alla soglia del G7, che si terrà dal 19 al 21 settembre tra Napoli e Pompei.

“Queste sono le cose che a me interessano per i profili di governo, poi il gossip lo lascio ad altri perché non ritengo di doverlo commentare io” ha aggiunto Meloni a “4 di sera”.

I nuovi elementi sul caso Sangiuliano-Boccia

Le nuove rivelazioni sull’affaire Boccia, intanto, mettono in luce la presenza poco discreta dell’imprenditrice durante i sopralluoghi dello staff ministeriale a Pompei.

In particolare Dagospia ha diffuso una mail dell’archeologo tedesco Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco di Pompei, che includeva tra i destinatari non solo i funzionari del ministero come il capo della segreteria tecnica e il consigliere diplomatico, ma anche Maria Rosaria Boccia.

La protesta delle opposizioni

Sia i dem che i pentastellati hanno alimentato la polemica dopo i nuovi elementi emersi. “Il G7 cultura è ancora sicuro?” si è chiesto il Pd, mentre anche il M5s si domanda perché Boccia riceva “mail con informazioni sensibili da funzionari del ministero della Cultura, per giunta su un account non protetto”.

“Siamo davanti a una situazione molto grave che dimostra gravi falle organizzative su cui chiediamo chiarezza e che vengano fatti tutti gli accertamenti del caso anche da parte della Farnesina e del ministero degli Interni” ha dichiarato la capogruppo dem  in commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, che paventa addirittura l’ipotesi di danno erariale per l’amministrazione.

I post di Maria Rosaria Boccia su Instagram

Maria Rosaria Boccia, intanto, continua a fare parlare di sé con una serie di interventi sui social, in cui accusa lo staff ministeriale e punta il dito sull’informatore che avrebbe diffuso l’email controversa.

L’imprenditrice ha risposto a Meloni pubblicando due documenti in suo possesso, dai quali si legge solo l’intestazione (“Culture: global public good, global responsibility”) e le “sessioni di lavoro” (4 sessioni da un’ora ciascuna).

Riferendosi poi alle parole della premier, Boccia ha ribadito che “quella persona” ha “un nome, un cognome e un titolo”.

Fonte foto: ANSA

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