Maxi crollo alla Marmolada, chi sono le vittime e i dispersi. Identificate tre vittime, il bambino è salvo
Diffusi i primi nomi dei dispersi e delle vittime del maxi crollo della Marmolada. Il bilancio è destinato a salire
Sono 7 le vittime confermate del crollo di seracco sul ghiacciaio della Marmolada avvenuto nella giornata di domenica 3 luglio. Un bilancio che potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, dato che all’appello mancano ancora 13 persone. I feriti sono otto, di cui due in gravi condizioni. Al momento solo tre delle sette vittime sono state identificate. Fortunatamente è stato rintracciato il bambino di 9 anni dato inizialmente per disperso: si trova a casa e sta bene.
Identificate alcune vittime
Sono state identificate e formalmente riconosciute dai parenti tre delle sette vittime accertate del crollo. Sono tutti alpinisti italiani: ecco chi sono.
Filippo Bari, residente a Malo (Vicenza) aveva 27 anni e lavorava in una ferramenta di Isola Vicentina; lascia una compagna ed un figlio di 4 anni. Tommaso Carollo era una manager di 48 anni di Thiene, era sulla Marmolada assieme alla fidanzata, che è tra i feriti ricoverati in ospeale.
Paolo Dani, 52 anni, era una guida alpina di Valdagno, molto apprezzata e stimata da colleghi e amanti della montagna. Aveva 52 anni ed era molto conosciuto per la sua esperienza. I nomi delle altre vittime al momento non sono stati resi noti.
Chi sono i dispersi
I dispersi sono scesi a 13 nel tardo pomeriggio dopo che è stato rintracciato incolume un escursionista austriaco. Altre quattro persone, inizialmente incluse nell’elenco degli introvabili, erano in realtà riuscite a rientrare autonomamente e sono salve.
Delle persone che risultano disperse, dieci sono italiani, tra cui diversi alpinisti del Cai della sezione di Malo, tre provengono dalla Repubblica Ceca. Tra i dispersi anche Davide Miotti, guida alpina 51enne di Tezze sul Brenta. e sua moglie Erica Campagnaro.
Mancano all’appello anche un uomo di Alba di Canazei e una donna e un ragazzo di Pergine Valsugana.
Allestita la camera ardente
I morti sono stati trasferiti al Palaghiaccio di Canazei, dove è stata allestita la camera ardente. È qui che arrivano i familiari per il riconoscimento dei corpi, assistiti da un gruppo di psicologi.
A Canazei è arrivato anche il presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha visitato la centrale operativa che sta coordinando i soccorsi e presieduto una riunione tecnica sulle operazioni.