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Matteo Salvini parla di Mario Draghi nel libro Controvento: i retroscena sui ministri e sulla corsa al Colle

Il vicepremier Matteo Salvini ripercorre nel suo nuovo libro "Controvento" l'esperienza di Governo con Mario Draghi, raccontando alcuni "retroscena"

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Mario Draghi avrebbe sondato il terreno con la Lega per una sua candidatura al Quirinale. È uno dei retroscena svelati da Matteo Salvini, che nel suo nuovo libro “Controvento” torna all’esperienza di Governo dell’ex presidente della Bce e, tra gli episodi ricordati, racconta in particolare il passaggio della scelta dei ministri, con i primi nomi della lista da lui definiti “sconcertanti”.

L’attacco a Draghi nel libro di Salvini

“Dalla manovra alle nomine, espressi sempre al presidente del Consiglio la massima determinazione a semplificargli la vita. Senza mai avanzare pretese su poltrone o incarichi” scrive il leader della Lega Matteo Salvini, in uno dei passaggi della sua ultima fatica letteraria, di cui ha svelato in anticipo alcuni stralci in attesa della presentazione ufficiale a Milano il 25 aprile.

Parlando degli eventi del febbraio 2021, il leader leghista ricorda nel suo libro che “il Colle affidò l’incarico di formare un nuovo governo di emergenza nazionale a Mario Draghi. Un nome di prestigio internazionale che circolava da tempo. Nel centrodestra, Draghi godeva di ottima considerazione“.

Il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini

La scelta dei ministri

“Al di là della cortesia dei primi approcci, il premier Draghi scelse di non condividere con i segretari dei partiti nemmeno la scelta dei ministri” è una delle rivelazioni del vicepremier.

“Ricordo che ero a casa, quando mi squillò il telefono. Palazzo Chigi – racconta Salvini – Da lì a dieci minuti, i nomi degli aspiranti ministri sarebbero stati consegnati al Colle. Ripeto: dieci minuti. Draghi mi comunicò di aver individuato in Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia ed Erika Stefani i leghisti meritevoli di ottenere dei dicasteri. Nomi autorevoli che godono della mia totale stima e fiducia, ma il metodo era evidentemente sbagliato. Peraltro, era opinione diffusa in tutti i partiti”.

Secondo quanto sostiene il leader della Lega, la scelta dei ministri, “non fu l’unico scivolone, perché nell’esecutivo che doveva essere dei migliori figuravano alcuni nomi francamente sconcertanti come la disastrosa Luciana Lamorgese confermata al Viminale, per non parlare di Roberto Speranza alla Salute, fino all’irriducibile Di Maio agli Esteri, non esattamente una partenza brillante”.

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L’ultima telefonata per il Quirinale

Salvini ripercorre anche il momento della scelta dell’inquilino del Quirinale all’inizio del 2022, poi ricaduta nuovamente su Sergio Mattarella. “Nella conferenza stampa di fine anno, il presidente del Consiglio aveva fatto intendere di ritenere sostanzialmente conclusa la sua missione al governo. Un’uscita che in molti avevano letto come l’ammissione di voler puntare al Colle” scrive Salvini su Mario Draghi, lanciato adesso verso la Commissione europea.

Il leader leghista ricorda nel suo libro “un ultimo incontro con il presidente Draghi in cui sondava la disponibilità della Lega e del centrodestra in generale per un’eventuale sua ascesa al Colle. Alla mia domanda diretta: ‘In caso di sua elezione che ne sarà del governo?’, la risposta non arrivò. O meglio, ci fu un ‘ne parleremo dopo…'”.

Fonte foto: ANSA

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