Matteo Messina Denaro: come ha viaggiato in Italia e all'estero per anni e la passione per i libri su Putin
I dettagli dei presunti spostamenti di Matteo Messina Denaro durante la latitanza
Continuano le indagini sulla vita condotta da latitante da Matteo Messina Denaro. Non è un mistero che il boss abbia sempre avuto il pallino per i viaggi. Nell’estate 1993, mentre le bombe che aveva ordinato devastavano Firenze, Roma e Milano, Denaro si trovava in vacanza in Versilia con i suoi sodali, i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano. Poi l’inizio della latitanza durante cui non ha smesso di spostarsi.
- Matteo Messina Denaro, il sospetto degli inquirenti sui viaggi in Italia e all'estero
- Le intercettazioni di Totò Riina
- Il ritorno in Sicilia
Matteo Messina Denaro, il sospetto degli inquirenti sui viaggi in Italia e all’estero
Come ricostruito da La Repubblica, nel 1994 il boss ha fatto tappa in Spagna. Non un viaggio di piacere in questo frangente, bensì un viaggio per farsi operare nella clinica oculistica Barraquer di Barcellona. E all’accettazione fornì persino un pezzo del suo nome e cognome, Matteo Messina.
Chi indaga sulle mosse di Matteo Messina Denaro nutre il sospetto che abbia più volte preso l’aereo durante la latitanza. Un indizio che spinge gli inquirenti verso tale ipotesi è la scoperta dei tanti viaggi fatti negli ultimi anni da Andrea Bonafede.
Da quanto trapelato avrebbe fatto diverse ‘gite’, sia in Italia sia all’estero: Roma, Genova e poi spostamenti in Sudamerica e in Inghilterra. Naturalmente la domanda che si sono posti coloro che sono a capo delle indagini è: chi viaggiava? Il vero Bonafede oppure Messina Denaro?
Le intercettazioni di Totò Riina
Del presunto peregrinare del boss ne ha parlato anche Totò Riina. E non in termini entusiastici: “Ma cosa fa per ora questo Matteo Messina Denaro, che non so più niente?”. Così chiedeva al compagno dell’ora d’aria nel 2013 il ‘Capo dei capi’, non credendo di essere intercettato.
“Io penso che se n’è andato all’estero”, mormorava con disprezzo Riina. E ancora: “Se ci fosse suo padre… questo figlio lo ha dato a me per farne quello che dovevo fare. È stato quattro o cinque anni con me. Impara bene, minc**a, e poi tutto in una volta…”.
Il fatto è che dopo la stagione stragista Messina Denaro si dileguò, con ogni probabilità per dedicarsi agli affari internazionali. In questi anni gli inquirenti hanno battuto piste che hanno portato a indagare su affari in Regno Unito e in Venezuela.
Il ritorno in Sicilia
Si arriva al 2019, quando il boss è tornato in Sicilia, in concomitanza con l’inizio della sua malattia. Di fronte alla dimora che lo ha ospitato a Campobello di Mazara, in via San Giovanni 260, è stata rintracciata la sua Giulietta. L’hanno scovata i poliziotti del Servizio centrale operativo.
Si è poi scoperto che l’auto l’aveva acquistata il boss in persona, in una concessionaria del centro di Palermo (il mezzo è stato intestato alla madre 86enne di Andrea Bonafede).
Il pagamento della vettura, 10 mila euro, è avvenuto in contanti con la permuta di una Fiat 500. Nel covo del boss sono stati trovati anche alcuni libri, tra cui uno su Hitler. L’ultimo che stava leggendo, invece, è una biografia di Putin.