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Infettivologo Massimo Galli condannato per falso a Milano, la sentenza sui concorsi truccati in Statale

L'infettivologo Massimo Galli è stato condannato a Milano a un anno e quattro mesi per falso. L'inchiesta riguardava presunti concorsi truccati in Statale

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Vincenzo Corrado

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Negli ultimi 16 anni ha ricoperto i ruoli di redattore, caposervizio e caporedattore per diverse testate locali e nazionali occupandosi di cronaca, cultura e sport. Attualmente direttore di una rivista di racconto sportivo

L’infettivologo Massimo Galli è stato condannato a Milano a un anno e quattro mesi per falso, con pena sospesa e non menzione. Il processo, parte di un’inchiesta su presunti concorsi truccati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina dell’Università Statale di Milano, riguardava accuse di turbativa d’asta o abuso d’ufficio, oltre al falso per cui Galli è stato condannato.

Massimo Galli condannato per falso

Come riporta il Corriere della Sera, il 16 luglio il Tribunale di Milano ha assolto Massimo Galli dall’accusa di aver truccato un concorso universitario tra il 2019 e il 2020.

Galli, ex primario dell’ospedale Sacco, era accusato di aver manipolato la selezione per un posto di professore di seconda fascia all’Università Statale di Milano.

L’infettivologo Massimo Galli in tribunale

Tuttavia, è stato condannato a un anno e quattro mesi per falso ideologico, per l’assegnazione dei punteggi avvenuta al di fuori delle riunioni collegiali dei tre commissari.

Il Tribunale ha ritenuto che Galli avesse predisposto i punteggi insieme ad Agostino Riva, altro candidato e stretto collaboratore di Galli, al fine di favorirlo rispetto al rivale Massimo Puoti. Riva è stato assolto da tutte le accuse.

L’inchiesta sui concorsi truccati

La condanna per falso ideologico si basa sul fatto che i punteggi dei candidati erano stati concordati in anticipo tra Galli e Riva e formalizzati solo successivamente.

Altri due membri della commissione avevano già patteggiato per lo stesso reato. La tesi dell’accusa sosteneva che il concorso fosse stato viziato fin dall’inizio, poiché i criteri di valutazione erano stati definiti conoscendo già i candidati.

Gli avvocati della difesa, invece, hanno argomentato che i punteggi erano stati assegnati collegialmente e che non vi era alcuna manipolazione. Le intercettazioni telefoniche presentate durante il processo hanno mostrato che Galli aveva suggerito a Puoti di ritirarsi dal concorso, promettendo appoggio in altre sedi.

Questo ha rafforzato l’idea che Galli avesse un ruolo influente e determinante nella manipolazione del concorso, ma per il Tribunale, l’accusa di turbativa d’asta non era sostenibile.

L’infettivologo ricorrerà in appello

La difesa di Galli ha contestato l’interpretazione dei punteggi e il valore delle pubblicazioni, sottolineando che la posizione del candidato nella lista degli autori era più rilevante del prestigio delle riviste scientifiche in cui i lavori erano pubblicati.

Raggiunto dai cronisti dopo la lettura della sentenza, l’infettivologo ha commentato: “Ho avuto tre pessimi anni durante la pandemia e lo Stato come unico ringraziamento per 42 anni di servizio ho avuto questo. Evviva, porterò avanti le mie motivazioni in appello“.

Fonte foto: ANSA

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