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CRONACA NERA

Bossetti, condannato per la morte di Yara, si dichiara innocente

Condannato all'ergastolo per l'omicidio della 13enne, Massimo Bossetti ha scritto una lettera aperta pubblicata da Libero Quotidiano

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio, ha scritto un’altra lettera aperta al giornalista Vittorio Feltri. La ragazzina era scomparsa la sera del 26 novembre 2010, uscendo dalla palestra di Brembate di Sopra (Bergamo). Il suo corpo era stato ritrovato il 26 febbraio 2011 in un campo a Chignolo d’Isola.

“Non sono né l’assassino della povera Yara, né il mostro che i media e i social hanno dipinto. Sono un uomo normale, semplice, che pensava al lavoro e a non far mancare nulla alla propria famiglia”, ha dichiarato nella missiva al direttore di Libero Quotidiano.

“Arriva quel maledetto giorno che ha sconvolto la mia vita e quella della mia famiglia e dei miei cari che oggi mi guardano dal cielo, e sono convinto che questa vicenda li ha provati moltissimo. Non voglio entrare in questa lettera nei dettagli, però non posso fare a meno di dire che il trattamento che la giustizia italiana mi ha riservato è stato scorretto e ha calpestato ogni diritto alla difesa”, si legge nella lettera pubblicata dal giornale di Vittorio Feltri.

L’attacco ad Angelino Alfano, ex ministro dell’Interno

“E mi riferisco anche a quell’ex ministro dell’Interno incapace, che gridava al mondo che era stato preso l’assassino di Yara Gambirasio, calpestando la Costituzione”. Il capo del Viminale in questione sarebbe Angelino Alfano, che su Twitter e sul suo blog personale scrisse, il 16 giugno 2014, che era stato individuato l’omicida della ragazza.

L’annuncio del ministro alimentò una polemica con il pm Francesco Dettori, che dichiarò su Repubblica: “Era intenzione della Procura di Bergamo mantenere il massimo riserbo sul fermo di Massimo Bossetti. Questo anche a tutela dell’indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza“.

La denuncia di Massimo Bossetti: filmati manipolati

Nella sua lettera aperta Massimo Bossetti ha denunciato anche che “in carcere a Bergamo, la pm e vari responsabili dell’organo penitenziario mi pressavano a confessare in continuazione un delitto, proponendomi benefici. Come potevo confessare un delitto che non ho commesso?”.

Inoltre ha lanciato un’accusa molto grave: “La pm più volte ha provato a propormi benefici, se erano così sicuri di aver preso l’assassino, non li proponevano con insistenza, e tantomeno facevano produrre filmati manipolati da distribuire ai media”.

Per Massimo Bossetti, irregolarità nel test del dna

Il 49enne ha poi parlato di presunte irregolarità nei test eseguiti durante il processo, come “il non far assistere i miei legali alle prove più importanti dei reperti e del dna. Grido dall’inizio di ripetere la prova del dna, e sono sicuro che le verrebbe ogni ragionevole dubbio”.

Massimo Bossetti aveva chiesto ed ottenuto un trasferimento al carcere di Bollate (Milano) per potere lavorare, come muratore, all’interno della nuova casa circondariale.

Massimo Bossetti: “Commesso un grave errore giudiziario”

“È stato commesso un grave errore giudiziario“, ha sottolineato Massimo Bossetti, che aveva già presentato ricorso in passato. “Non sono io il colpevole, e il codice di procedura penale dice chiaramente all’articolo 533 C.P.P., comma 1, che ‘il giudice pronuncia sentenza di condanna se l’imputato risulta colpevole del reato contestatogli al di là di ogni ragionevole dubbio’ “.

“Direttore”, ha concluso nella lettere indirizzata a Vittorio Feltri, “la prego di porgermi la sua mano d’aiuto. Non è giusto essere dipinto un mostro, non è giusto che mi abbiano affibbiato un ergastolo, non è giusto che venga commesso un errore giudiziario, per l’incapacità professionale. Confido che lei possa capire cosa ho provato e sto provando. Gentile Direttore, la prego di prendere in considerazione la mia richiesta d’aiuto, restando a sua completa disposizione per ulteriori chiarimenti”.

Fonte foto: Ansa

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