Mascherine, scandalo Ffp2: "Non proteggono". Interviene l'Ue
L'Antifrode Ue (Olaf) indaga sullo scandalo delle mascherine Ffp2 che non proteggono: nel mirino l'ente di certificazione turco
Finisce nel mirino dell’Antifrode dell’Unione Europea la vicenda delle mascherine Ffp2 con certificazioni extra Ue che sarebbero “fuori norma”. Gli investigatori dell’Olaf di Bruxelles, infatti, si sono mossi dopo una denuncia arrivata dalla Germania in merito ad alcune anomalie della società turca Universalcert.
L’indagine dell’Antipode Ue sulle mascherine Ffp2
L’ente turco che rilascia certificati di conformità con il numero CE2163, secondo quanto segnalato dalla Germania, negli ultimi mesi avrebbe avuto un’attività intensa. La denuncia, insieme alla scoperta che quasi tutte le mascherine Ffp2 sarebbero fuori norma, ha spinto l’Olaf a estendere la propria indagine. Con tutta probabilità, saranno effettuate una serie di verifiche sui dispositivi attualmente in commercio. Ne dà notizia il Corriere della Sera.
L’Olaf acquisirà i test sulle mascherine realizzati dalla società altoatesina che ha sollevato il caso. Dalle loro indagini è emerso che la maggior parte dei dispositivi di protezione attualmente in vendita non supera il test del cloruro di sodio e della paraffina per verificare il filtraggio. Per di più, in alcuni casi non contiene nemmeno il respiro.
Ora spetterà all’Antifrode Ue stabilire se la responsabilità della bassa qualità delle mascherine Ffp2 sia da attribuire ad alcuni produttori oppure alla Universalcert, l’ente di certificazione turco finito nel mirino.
Mascherine Ffp2, la situazione in Italia
Il ministro della Salute Roberto Speranza, intanto, nel corso dell’interrogazione sul caso delle mascherine Ffp2, ha spiegato di avere piena fiducia nei controlli dell’Inail sul mercato italiano.
A ricorrere alla certificazione turca, però, sarebbero molte imprese europee ed italiane. Lo ha spiegato, in un intervento sul Corriere della Sera, la titolare di un’azienda che produce mascherine in Piemonte Stefania Gander: “In Europa gli enti in grado di certificare le mascherine sono pochi e, con la pandemia, tutti sono oberati di lavoro. Per un certificato bisogna attendere diversi mesi mentre in Turchia bastano poche settimane“.