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Marmolada, tragedia evitabile oppure imprevedibile? Arriva la risposta del procuratore di Trento

La tragedia della Marmolada era prevedibile oppure no? Le dichiarazioni del procuratore di Trento

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Sulla tragedia della Marmolada – per ora il bilancio è di 7 morti, 5 dispersi e 8 feriti – si è aperto un dibattito acceso: il dramma era prevedibile e, quindi, scongiurabile oppure si è trattato di un evento imprevedibile e, dunque, su cui poco o nulla si poteva fare? A dare una prima risposta è stato il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, intervenuto ai microfoni del Tg3.

Il procuratore di Trento: “Per ora esclusa prevedibilità e negligenza”

“In questo momento possiamo escludere una prevedibilità e una negligenza o imprudenza. L’imprevedibilità in questo momento è quello che la fa da principale protagonista nel senso che per avere una responsabilità bisogna poter prevedere un evento cosa che è molto molto difficile”, ha dichiarato Raimondi.

La procura, ha precisato, “deve procedere per la sussistenza del reato e non certo sulla possibilità di chiudere i rifugi o i passi, quelli sono problemi della Protezione civile“.

Il procuratore: “Nel corso della prima chiamata mi hanno parlato di una situazione apocalittica”

Il procuratore di Trento ha poi parlato della prima chiamata ricevuta, quella che lo ha messo al corrente della tragedia. “Mi hanno chiamato i carabinieri di Cavalese – ha raccontato – che mi hanno detto che era una situazione apocalittica”. Infine Raimondi ha espresso “vicinanza al dolore” di tutte le persone coinvolte e l’augurio “di potere lavorare sulla prevenzione perché queste cose non accadano” più.

L’accusa di una parente di un disperso: “Perché nessuno li ha fermati?”

Nel frattempo, per la prima volta da domenica, viene lanciata un’accusa da parte di uno dei parenti dei dispersi. A parlare è Debora, la sorella di Erica Campagnaro, la donna di Tezze sul Brenta (Vicenza) che risulta dispersa assieme al marito Davide. “Perché nessuno ha fatto un avviso sabato – si è domandata -, che c’era l’acqua che scorreva sotto il ghiacciaio? Perché non hanno fermato le persone? Perché le hanno lasciate andare?”.

“Era una bella giornata di sole, sì, per carità — ha aggiunto la donna, giunta al centro di coordinamento a Canazei lungo la giornata di martedì 5 luglio — ma se sotto scorre l’acqua… se c’è una responsabilità, andremo fino in fondo”, ha concluso con amarezza.

Fonte foto: ANSA

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