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Mario Borghezio furioso contro Matteo Salvini: "Ha tradito il Nord e la Lega, resto solo per Umberto Bossi"

L’ex europarlamentare della Lega attacca la “svolta meridionalista” di Matteo Salvini e critica la scelta di invitare Marine Le Pen a Pontida

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Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

Malessere diffuso tra il popolo della Lega. A lanciare l’allarme è Mario Borghezio, 75 anni, ex europarlamentare e sottosegretario, in una intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. Noto per i suoi comizi dai toni accesi e per sparate come il gesto di disinfettare i sedili dei treni in cui si erano sedute donne di colore, Borghezio non risparmia critiche al nuovo corso salviniano della Lega.

Sbagliato invitare Le Pen a Pontida

Da fedelissimo del senatur Umberto Bossi, fondatore del partito, Borghezio denuncia la “svolta meridionalista” impressa dal segretario Matteo Salvini.

Secondo Borghezio, inoltre, la decisione di invitare Marine Le Pen a Pontida è stata un errore perché “quel prato è il simbolo dell’autonomia e della libertà dei popoli” e “Marine Le Pen è nemica proprio di quelle libertà. “Lei su quel palco non c’entrava nulla – incalza Borghezio – si invita Le Pen e si lascia a casa Bossi, roba da pazzi…”.

L’uscita di Castelli e il malessere nella Lega

Sull’uscita dalla Lega di Roberto Castelli, Borghezio ha le idee chiare: “È il segnale di un malessere che ormai è diventato un sentimento diffuso”.

Un malessere che, secondo Borghezio, a Pontida “si toccava con mano” visto che “c’erano ampi spazi vuoti nonostante la Lega abbia pagato il pullman a tutti”. Nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, Borghezio dice che “la sensazione è che il partito non rappresenti più il Nord” perché la Lega di Salvini “è diventata una forza centralista con spinte meridionaliste”.

“Nelle città e nelle valli sopra il Po del ponte sullo Stretto non interessa a nessuno”, incalza Borghezio, secondo il quale la ripresa degli sbarchi a Lampedusa è tra i segnali di una sconfitta politica.

Matteo Salvini e Mario Borghezio

Il “tradimento” degli elettori del Nord

“Prima c’era la Lega a difendere gli interessi del Nord, ora non c’è più nessuno. E questo alla fine nelle urne si sconta, gli elettori si sentono traditi”, spiega l’ex europarlamentare nell’intervista al Fatto.

Un’insofferenza che, a quanto pare, non riguarda solo la vecchia guardia, ma serpeggia anche tra i giovani, anche se nessuno parla perché “nella Lega esiste un centralismo democratico un po’ stalinista in vigore fin dai tempi di Bossi”. E proprio al fondatore della Lega va il pensiero finale di Borghezio.

Il senatur, che ha da poco compiuto 82 anni, non è stato invitato a Pontida: “Bossi non è solo un leader, è colui che ha fondato dal niente un movimento che ha ridato speranza a un intero popolo, ci vorrebbe un po’ di rispetto”, conclude Borghezio.

Fonte foto: ANSA

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