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Mangia delle vongole trovate in spiaggia e si sveglia paralizzata: giovane salvata dopo 12 ore di agonia

Mangia delle vongole raccolte in spiaggia e rischia di morire: la storia della giovane Kim Taia

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

La storia di Kim Taia dimostra che non si deve mai abbassare la guardia circa il consumo di cibi di dubbia provenienza. La ragazza, che vive in Nuova Zelanda, ha rischiato di morire per aver ingerito delle vongole che lei stessa si era procacciata su una spiaggia.

La storia di Kim Taia

La giovane, alla luce della sua esperienza, ha invitato tutti a prestare massima attenzione in determinate situazioni. Senza saperlo, la donna ha ingerito il veleno paralizzante dei bivalvi, una biotossina presente in natura, che può intaccare anche le vongole e altri molluschi.

Kim, dopo essersi involontariamente intossicata, si è svegliata nel suo letto totalmente paralizzata. Quindi la chiamata ai soccorsi e corsa in in ospedale dove ha trascorso 12 ore di forte sofferenza. Alla fine, i medici sono riusciti a salvarle la vita. Lei ha poi narrato la sua storia alle testate locali.

La paralisi

Taia ha lanciato un monito: non mangiare molluschi non controllati. I problemi, per Kim, sono cominciati sulla spiaggia di Little Waihi Beach (Nuova Zelanda), luogo in cui ha raccolto delle vongole che poi ha ingoiato.

Il giorno dopo aver mangiato i molluschi, si è svegliata in uno stato di salute assolutamente precario: “Mi sentivo stordita, non riuscivo neanche a parlare. Mi chiedevo cosa c’era che non andava, avevo le vertigini, ma poi ho iniziato a perdere la sensibilità alle mani e alle braccia”.

Le sue condizioni si sono aggravate rapidamente fino a che non è rimasta paralizzata. Fortunatamente è riuscita a chiedere aiuto al figlio, che ha immediatamente provveduto a contattare i soccorsi.

“Pensavo che sarei morta”

“In ospedale mi sentivo debole, come se fossi sotto anestesia. Il mio respiro stava rallentando e pensavo che sarei morta. Non riuscivo a respirare”, ha raccontata Taia. Dopo 12 ore di cure il suo corpo ha cominciato a rispondere positivamente e a riprendersi.

La tossina ingerita dalla donna, ossia il veleno paralizzante dei bivalvi o saxitossina, viene prodotta da alcune alghe, di cui si cibano vongole e cozze. In alcuni casi c’è il pericolo che la biotossina venga trasmessa anche a chi poi si ciba di questi molluschi.

Gli effetti sono pericolosissimi: la tossina va ad intaccare il sistema nervoso e paralizza i muscoli, innescando un forte formicolio a faccia e bocca. In casi gravi e senza un tempestivo intervento medico, l’intossicazione può risultare fatale.

Fonte foto: 123rf

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