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Long Covid, come riconoscerlo: i disturbi più comuni che perdurano nel tempo dopo la negativizzazione

Sono ormai numerose le persone affette dal Long Covid: nonostante la guarigione dall'infezione, alcuni dei sintomi del virus perdurano nel tempo

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Nonostante siano passati più di due anni dallo scoppio della pandemia da coronavirus sappiamo ancora poco sugli effetti provocati dall’infezione nel lungo periodo. La condizione di persistenza dei sintomi vari della malattia prende il nome ufficiale di “Post Covid-19 condition”, ma viene comunemente definita Long Covid.

La sindrome può interessare diversi organi a seconda della variante del virus da cui deriva e può avere durata e conseguenze differenti da paziente a paziente. Non sempre esiste correlazione con il grado di severità della malattia.

A fare un bilancio dettagliato sui dati raccolti dagli scienziati fino ad oggi è il volume di Sergio Harari e Vera Martinelli intitolato “Post Covid. Che cosa dobbiamo sapere sulle conseguenze a lungo termine del virus per corpo e mente”.

Disturbi all’apparato respiratorio

Tra i problemi più comuni caratteristici del Long Covid vi sono quelli legati ai polmoni. Spesso si soffre infatti di dispnea, che provoca affaticamento respiratorio e mancanza di fiato. Ma si può avvertire anche un fastidioso senso di peso al torace e una tosse persistente.

Tali disturbi possono essere conseguenti a polmoniti accertate legate al virus, ma anche ad altri fattori, tra cui l’asma post-infettivo che può emergere dal periodo di positività.

Stanchezza e debolezza muscolare

Un altro disturbo particolarmente frequente, e tra i più perduranti nel tempo, è quello relativo alla stanchezza e alla debolezza muscolare. Secondo i dati aggiornati, già durante il periodo di positività se ne lamentano ben sei pazienti su dieci.

Si tratta di una stato non solo fisico, ma anche mentale, che costringe chi ne è affetto ad autolimitarsi nel compiere le normali attività quotidiane.

Talvolta tale condizione si accompagna all’affanno respiratorio e a dolori muscolo-scheletrici. Mancando le adeguate energie, si tende a perdere massa e forza muscolare.

Dolori al petto e cardiopalmo

Spesso i pazienti guariti dal Covid possono avvertire nelle due o tre settimane successive forti dolori al petto e una percezione del ritmo cardiaco irregolare. In altre parole, cardiopalmo.

In questi casi, per scongiurare infiammazioni del muscolo cardiaco, è raccomandato consultare sempre il cardiologo, in modo tale da poter effettuare tutti gli esami del caso, come eco ed elettrocardiogramma, analisi del sangue e il test da sforzo cardiopolmonare.

Alterazione di gusto e olfatto

Come ormai noto a tutti, l’infezione da coronavirus comporta spesso la perdita del gusto e dell’olfatto.

L’alterazione dei sapori e degli odori può persistere nel tempo con una variabilità che può arrivare persino a diversi mesi. La maggior parte delle volte il problema si risolve comunque entro due settimane dalla fase acuta della malattia.

Eruzioni cutanee e perdita dei capelli

Coloro che soffrono di Long Covid possono andare in contro anche a problemi cutanei persistenti per diverso tempo. Tra questi, orticaria con prurito agli arti e al tronco.

Ma non solo: spesso si può verificare anche la caduta di una grande quantità di capelli nelle settimane successive alla negativizzazione. Il problema tende a risolversi da solo nel tempo, ma l’attesa si può rivelare particolarmente lunga.

Disturbi gastrointestinali

La capacità del Covid di colpire il tratto gastrointestinale e il fegato è nota.

A distanza di tempo i disturbi gastrici e intestinali, che provocano nausea, diarrea, vomito e dolore addominale, sono comunque meno frequenti di quelli respiratori.

Affaticamento mentale e depressione

Tra le manifestazioni più diffuse del Long Covid, e anche più debilitanti, troviamo la difficoltà di concentrazione.

Si tratta del cosiddetto “brain fog”, meglio conosciuto come “nebbia mentale”. È una condizione che provoca dimenticanze e un pensiero più lento.

Da quanto emerso dalle ricerche, dopo la cessazione della fase acuta del virus possono emergere anche diverse complicanze psichiatriche, quali depressione, ansia e disturbi cognitivi.

 

Fonte foto: 123RF

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