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CRONACA NERA

Liliana Resinovich e la telefonata tra suo fratello e Sebastiano Visintin: il marito smentito dal cognato

Il marito di Liliana Resinovich telefona al fratello Sergio, che lo accusa di non dire la verità e lo apostrofa come "pagliaccio": cosa si sono detti

Pubblicato:

Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Il giallo sulla morte di Liliana Resinovich è anche nei dettagli: con l’ausilio di ‘Quarto Grado’, il marito Sebastiano Visintin ha sentito al telefono Sergio, fratello di Lilly, che al cognato ha rivolto accuse e parole pesanti.

Dopo la riesumazione del cadavere della 63enne triestina, Sebastiano Visintin ha cambiato idea sulle circostanze che hanno portato alla morte della donna: prima dell’evento sosteneva la tesi dell’omicidio, dopo l’evento si è detto convinto del suicidio. Contraddizioni che non piacciono ai famigliari di Liliana Resinovich, qui rappresentati dal fratello Sergio che alla proposta di parlare risponde: “Te lo dico chiaro e tondo, non voglio parlare con te”, poi l’affondo: “Da due anni dici bugie, anche alla polizia. Hai detto bugie, te ne rendi conto?”.

“Dici tutto e il contrario di tutto, ma stai scherzando?”, continua Sergio Resinovich, che aggiunge: “Continui a dire: ‘Dobbiamo trovare… ‘, cosa vuoi trovare? Io non devo trovare un ca**o!“. Quindi invita Visintin a dire la verità, e il marito di Lilly suppone che qualcuno gli abbia suggerito cosa dire, accusa che Sergio Resinovich respinge: “Nessuno mi ha mai suggerito nulla”, e lo apostrofa con “pagliaccio”.

Infine, Visintin gli propone un incontro, e Sergio Resinovich chiude lapidario: “Meglio se non ci vediamo, altrimenti a quest’ora sarei in qualche prigione in Italia”.

Fonte foto: ANSA

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